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Un futuro per l’umanità fuori dalla terra? A Cosmos la scienza si interroga sulle migrazioni interplanetarie

Esiste l’ipotesi che l’umanità possa trasferirsi fuori dalla terra? È una delle domande che dalla prima missione sulla luna a venire tutti si sono posti almeno una volta nella vita. La letteratura fantascientifica ma anche il cinema hanno declinato il tema per decenni senza mai trovare una risposta definitiva.
L’ipotesi salvifica di “un altro pianeta abitabile” e finanche di altre civiltà ha sempre affrancato l’umanità dall’angoscia di una fine apocalittica preannunciata. Il rischio più serio per il pianeta terra, dopo milioni di anni, sembra essere proprio l’uomo e le sue attività.

In un Planetarium Pythagoras colmo in ogni ordine di posti l’astrofisico di fama internazionale Amedeo Balbi riesce a catturare l’attenzione del numerosissimo pubblico, composto prevalentemente da giovani, articolando con grande maestria l’argomento senza mai annoiare.

Tra teorie ed ipotesi alla fine dell’intenso seminario si arriva ad un punto che sembra deludere chi affida ancora a questo immaginario letterario fantascientifico un’idea di “fuga” dalla Terra alla ricerca, forse, di un inconscio ed ancestrale “Eden”.

Balbi non ha dubbi: le possibilità scientifiche di trasferirsi su Marte o di “terraformarlo” o quelle di creare qualche “stazione spaziale” quasi come fosse un “arca di Noè” sono assolutamente nulle. Piuttosto “dovremmo occuparci del nostro pianeta ed averne cura per evitarne la lenta ma, se continuiamo così, inevitabile distruzione. Non esiste un “pianeta b” insomma ma dovrebbe esistere, piuttosto, una “umanità b*, lascia intendere, che di questo pianeta abbia più rispetto di quanto non abbiamo fatto finora”. Tra domande di rito ed un senso di consapevole disincanto il pubblico applaude calorosamente lo scienziato per le sue capacità divulgative e la sua professionalità.

Il Festival Cosmos, ormai alla sua conclusione con il gran finale e l’atteso concerto al Teatro Francesco Cilea del Maestro Nicola Piovani, a conclusione di una manifestazione di divulgazione scientifica, la più grande e prestigiosa del Mezzogiorno, che ha registrato il tutto esaurito in tutti i suoi eventi.

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