Di seguito la dichiarazione di Sergio Abramo:
“Avendo letto dalla stampa alcuni stralci del documento che contiene le linee programmatiche del sindaco Fiorita, mi sento di intervenire nel merito per fare alcune precisazioni che ritengo doverose.
Apprendo, leggendo, che la “monarchia” avrebbe contraddistinto la mia azione governativa. Letteralmente la monarchia è quella “forma di governo in cui i supremi poteri dello stato sono accentrati in una sola persona (re, sovrano, monarca), la cui carica non è elettiva”.
Il fatto che io sia stato sindaco per quasi vent’anni non cambia le modalità di voto tramite le quali sono arrivato a governare. Pienamente, legittimamente e orgogliosamente scelto, per quattro diversi mandati, dai miei cittadini ho assunto le decisioni che di volta in volta andavano prese così come la carica prevede. Con coraggio, determinazione, dedizione e condivisione ho portato avanti il mio lavoro che ha previsto scelte importanti ed elaborazione di progetti strategici. Ho lasciato in eredità un patrimonio di finanziamenti equivalente a 400 milioni di euro. Se un’idea è opinabile, questo dato non può esserlo. Si tratta, con assoluta certezza, di un lascito straordinario destinato a produrre i suoi effetti benefici nel prossimo futuro. Vi sono alcuni progetti, è vero, che vincolano l’Amministrazione fino al 2027. Ma se esistono questi vincoli è perché si è lavorato a testa bassa affinché non si perdesse un solo finanziamento per favorire un arricchimento della città quanto più ampio possibile. Il mio lavoro, e quello della squadra che mi ha affiancato, non poteva essere “azzoppato” dal limite di chi sarebbe arrivato dopo di me. Quando si lavora badando al bene della città, non ci si concentra sulla scadenza o sui vincoli temporali facendo, semmai, calcoli su quando avverrà il plausibile taglio del nastro di un’opera. Si bada unicamente a quanto quel progetto può essere utile, abbellire o migliorare i contesti urbani. Catanzaro deve andare avanti nel migliore dei modi e la sua sorte non deve essere legata alla gara del “chi è stato più bravo di chi”. Non spetta a noi tirare queste somme, al sindaco viene chiesto di “correre” per operare al meglio al di là di ciò che porterà il proprio nome o quello di un altro. Io brinderò a tutte le prossime belle pagine che saranno scritte su Catanzaro, anche se non ricoprirò più la carica di sindaco e anche se ho impostato i progetti e poi non terrò la forbice in mano al momento delle inaugurazioni che avverranno. Per me ha funzionato così: fare il sindaco è stata la mia seconda pelle, con alti e bassi, con momenti difficili e altri esaltanti, quindi i calcoli che ho fatto sono sempre e solo stati rivolti alla convenienza che ne avrebbe tratto la mia Città. Gli errori, è chiaro, li evita solo chi non fa nulla e, quindi, è inevitabile che, a volte, compaiano. Sono disponibile a confrontarmi sulle idee altrui ed eventualmente a cambiare la mia, se qualcuno mi spiega l’inutilità di uno solo dei progetti elaborati dalla mia Amministrazione. Fare le pulci ad un patrimonio di 400 milioni di euro lasciato in eredità è come cercare un ago in un pagliaio, con la consapevolezza di star iniziando una ricerca impossibile. Da sindaco sarei fiero di dare concretezza a tutti gli elaborati esistenti, regalando alla città lo sviluppo e l’arricchimento che merita. E mi sento di affermare che risulta più che naturale che fra una moltitudine di progetti presentati, vi sia quello più urgente e utile e quello che sta un passettino indietro, ma non per questo era meglio perderne il finanziamento. Toccando un altro dei punti delle linee programmatiche che mi tirano in ballo, mi incuriosisce il passo di lato che il sindaco Fiorita chiede alla dirigenza e al management delle società partecipate che ha trovato al suo ingresso, la cui proroga o designazione è avvenuta durante la mia Amministrazione. C’è una cosa che si chiama continuità amministrativa che, piaccia o meno, tocca a chiunque arrivi a ricoprire un ruolo succedendo a chi ci stava prima. E’ toccato a me e a chi mi ha preceduto, ma la regola resta uguale per chi viene dopo e per chi verrà dopo ancora. Gli incarichi a cui si fa riferimento sono stati prorogati o effettuati perché evidentemente scaduti durante la mia Amministrazione. E’ chiaro che le postazioni che, di volta in volta, restano vacanti devono essere rinnovate, in base a cosa la legge consente, per evitare qualsivoglia paralisi della macchina burocratica. Un consiglio, anche se non richiesto, mi sento di darlo perché ha guidato la mia azione amministrativa regalandomi frutti e benefici: puntare sul merito a prescindere dalla provenienza politica delle persone e giudicare la bontà dell’operato di tutti solo attraverso i risultati raggiunti, vale molto di più di altri criteri che possono apparire allettanti solo nell’immediato o magari opportuni al termine di una campagna elettorale. Fatte queste dovute precisazioni, senza la minima volontà di entrare in polemica, mi sento di rinnovare il mio sincero in bocca al lupo di buon lavoro al sindaco Fiorita, che sono certo saprà fare il bene della città che rimane, al di là delle parole, delle critiche e delle sterili polemiche, l’unico vero faro intorno a cui costruire il proprio lavoro”.