Le parole del Presidente Occhiuto durante l’ultimo Consiglio Regionale – si legge in una nota congiunta di Camillo Nola, coordinatore di Alleanza e presidente di Confcooperative Calabria, Gennaro Raso, presidente di AGCI Calabria, e Lorenzo Sibio, presidente di LegaCoop Calabria – squarciano finalmente un velo opaco che attanaglia il mondo socio-sanitario in Calabria. Vogliamo ricordare a tutti che la Cooperazione, quella vera, è al servizio di migliaia di utenti in Calabria, offre risposte a bisogni essenziali e rimane estranea ai forti interessi che girano sul grande budget sanitario. Purtroppo ci sono soggetti societari, forse anche cooperativi, che fanno dell’interposizione di manodopera il proprio core business e sono di fatto delle agenzie interinali che speculano nel mondo socio sanitario, spinte da interessi di lucro, e dunque con principi ed obiettivi opposti rispetto a quelli che muovono quotidianamente le nostre iscritte sociali e sanitarie.
“Bene che il Presidente della Regione finalmente scopra il vaso di pandora delle speculazioni originate dal libero mercato, che danneggiano il nostro sistema sanitario e sociale! – esordisce così Camillo Nola, coordinatore di Alleanza delle Cooperative Italiane Calabria – condividiamo pienamente l’azione di contrasto agli speculatori di sofferenze attraverso tutte le opportune iniziative, temporanee e/o strutturali, utili a risollevare la sanità regionale dal disastro permanente; è necessario, però, anche prendere posizione contro tutti coloro che, fortemente interessati, approfittano delle polemiche per infangare con una certa malizia il buon nome della Cooperazione in Calabria e nel Paese, rivendicando tra l’altro presunti primati in termini di morale ed etica. Per quanto ci riguarda, riteniamo che il Presidente, in qualità di commissario della Sanità, valuti la necessità di porre in campo una ricognizione permanente delle cooperative che lavorano con le ASP in tutti i settori, dalle pulizie ai servizi socio-sanitari, per comprendere quali di queste sono (come prevede la Legge) regolarmente revisionate dal Ministero, quali hanno i bilanci depositati e i regolamenti interni consegnati alle Direzioni Territoriali del Lavoro.
Le nostre associate offrono servizi e non lavoratori interinali, rispondono ai bisogni di tanti calabresi garantendo il diritto all’assistenza di malati, anziani, minori e famiglie, soggetti fragili che il sistema del Welfare regionale da solo non riuscirebbe mai a garantire. Inoltre, sono parte del tessuto sano dei territori nei quali contribuiscono alla crescita e allo sviluppo, portando avanti i principi di solidarietà, mutualità e sussidiarietà, ponendo al centro unicamente la persona.”
“Mi rifiuto di pensare, conoscendolo, che il Presidente Occhiuto abbia voluto attaccare genericamente il mondo della Cooperazione, – continua Nola – quella che rappresenta l’ossatura dei sistemi di welfare e della educazione, di lavoro equo e di responsabilità sociale d’impresa in questo Paese. In tal senso, chiedo al Governatore in nome della trasparenza di pubblicare i nomi dei soggetti societari che hanno fatto queste proposte e per comprendere se effettivamente ci sono anche tipologie cooperative.
Spero comunque che da questo intervento si inizi a fare luce anche sul sottobosco della falsa cooperazione che opera sul mercato in barba alla legge, ai controlli e ai calabresi. Si faccia luce anche sulla piaga illecita dell’intermediazione fittizia del lavoro e pure su quei medici ed infermieri, sottolineo non tutti, che arrotondano i compensi ricevuti dalla P.A. con prestazioni private pagate in nero approfittando della sofferenza quotidiana dei cittadini.
Se la battaglia è questa caro Presidente, sappia che noi siamo al suo fianco, perché la Cooperazione non ha paura di una “operazione verità”, da cui i calabresi trarranno solo benefici.
Basta con questa filosofia di fare di tutta l’erba un fascio, ci sono mele marce ovunque, che siano singoli professionisti, società di persone, di capitali, cooperative, nella sanità come in altri settori della vita economica e nessuna categoria o settore può considerarsi immune. Basta con l’utilizzo strumentale di questi temi ad uso e consumo di tanti nelle campagne elettorali e sulla pelle dei cittadini sofferenti.
Forse troppo nel silenzio lottiamo (da soli) su questi argomenti, con tanto di proposta di legge regionale mai approvata da anni, e sicuramente non accettiamo lezioni di etica da certi corpi intermedi che queste battaglie non le hanno mai volute affrontare.”