Un salto nella Napoli d’oro, tra i vicoli popolari, le urla tipiche del mercato, le serenate e le pene d’amore. È l’atmosfera magica che ha ammantato piazza Matteotti a Gioia Tauro durante lo spettacolo “So sempe parole d’ammore” del gruppo Archetipo Ensemble.
Inserito nel cartellone agostano della rassegna Synergia 47, dell’associazione Amici della Musica, il concerto è stato un viaggio dalle origini della canzone napoletana ai giorni nostri. Dall’antichissima Michelemmà a Guapparia, passando per Tamurriata nera, Scalinatella, Era de Maggio, Reginella e Dicintecello vuje. E il pubblico, un brano dopo l’altro, si è lasciato trasportare partecipando con crescente entusiasmo.
“La musica è condivisione e noi cerchiamo sempre di tirar fuori la partecipazione attiva dei presenti – afferma Maria Ausilia D’Antona, leader del gruppo -. Questo fa la differenza tra n qualcosa di riprodotto e un qualcosa di vissuto insieme all’artista.
La fisarmonica di Denis Negroponte, il liuto e le percussioni di Marilena Serafini, il basso e le percussioni di Andrea Serafini, la chitarra solista di Sergio Troise, la chitarra di Gabriele Falcone e proprio Maria Ausilia D’Antona, autentica trascinatrice del gruppo con la sua voce, la mandola, le nacchere e le sua magnetica personalità, hanno incantato la piazza gioiese. Perché Archetipo Ensemble non propone solamente la canzone napoletana, ma sembra viverla.
“Canto da tanto tempo questi brani – spiega la cantante -, ma da non napoletana (è nativa di Latina, ndr) ho iniziato ad apprezzare davvero questi brani quando ne ho compreso il significato, il contesto nel quale erano calate. Per questo motivo, abbiamo deciso di raccontare le origini di ogni canzone prima di eseguirla”.
Il rapporto con il territorio reggino è ormai lungo, forte dell’amicizia con il presidente di Amici della Musica, Antonio Gargano, che è stato tra i primi a credere negli Archetipo Ensemble che poi avrebbero suonato anche per il compleanno del Principe Alberto di Monaco. Lo spettacolo che ha lasciato una traccia indelebile nel gruppo è stato però un altro.
“Ci chiamarono dalla Germania – ricorda Maria Ausilia D’Antona -. Furono il Consolato e l’Istituto di Cultura di tre grandi centri (Mannheim, Saarlouis e Stoccarda) a chiederci di portare questi brani anche lì dove la comunità italiana è numerosa. Quella sera, il pubblico non fu composto da soli italiani, ma anche da tedeschi. Fu meraviglioso – afferma con emozione – leggere negli occhi delle persone che avevano radici italiane quell’orgoglio che, in qualche modo, si era riacceso ascoltando qualcosa che gli apparteneva. Tutto questo fu percepito come qualcosa di molto bello dal resto del pubblico e, alla fine, anche la proverbiale compostezza germanica lasciò il posto al coinvolgimento. Un momento forte anche per noi perché sentimmo il dolore del distacco forzato”.
Dopo tanti anni, la passione e l’emozione trasmessa durante gli spettacoli non sono scemate, anzi.
“Per noi è una gioia eseguire questi brani che – prosegue – ogni volta si fanno riscoprire magari attraverso una diversa interpretazione, ma c’è anche la curiosità del nuovo. Di progetti ne abbiamo tanti. Noi siamo partiti da questo tipo di repertorio, ma in realtà lo abbiamo allargato alla canzone d’autore, a tutto il bacino del Mediterraneo cercando le similitudini con Portogallo, Spagna o, per altri versi, con il mondo arabo. Sono i canti del nostro Sud messi insieme a quelli che arrivano da diverse culture”.
Nel prossimo futuro degli Archetipo Ensemble, nuovi e stimolanti progetti che sono già in cantiere con una sorpresa.
“Stiamo pensando ad uno spettacolo musical-teatrale – svela Maria Ausilia D’Antona – per raccontare una storia importante legata a questi territori, ma per scaramanzia – conclude sorridendo – preferisco non aggiungere altro”.
Il prossimo doppio appuntamento con la rassegna Synergia è fissato per il 28 e 29 agosto quando vedrà l’Orchestra e coro nazionale ucraino mettere in scena prima la Bohème, opera di Giacomo Puccini, e poi il Gran Gala Lirico, durante il quale i 130 elementi dell’orchestra con i solisti dei teatri dell’opera di Kiev, Leopoli e Odessa, presenteranno alcune composizioni ucraine, tra cui l’inno nazionale, ma anche tante famose arie tratte da opere liriche italiane.