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Lo studio Architensions di New York dona masterplan al Comune di San Ferdinando

Lo studio Architensions di New York, in collaborazione con l’Associazione Culturale Disìo e il Comune di San Ferdinando, ha progettato la nuova visione urbana per lo sviluppo del piccolo centro di San Ferdinando in Calabria.

Il progetto ha come punto di forza una strategia onnicomprensiva che mira allo sviluppo di valori comuni, i cosiddetti “commons” che si focalizzano a promuovere l’eguaglianza tra tutti i cittadini di San Ferdinando.

Il masterplan diventa una linea guida attraverso la quale si possono analizzare e isolare i reali bisogni dei residenti, per offrire nuove opportunità a chi vuole partecipare alla vita di questo piccolo comune, a chi invece di partire e lasciare i propri luoghi desidera rimanere e stabilirsi in questo territorio ricco di risorse.

Sono proprio le risorse al centro dei “commons” che possiamo ricondurre a quattro valori fondamentali: il diritto ad un’abitazione, ad un lavoro giusto, all’educazione e alla cura di sé, al fine di ideare una visione architettonica che ruota intorno alla condivisione di risorse e spazi come bene comune all’interno della forma urbana vernacolare del piccolo centro di San Ferdinando.

Per questa nuova visione è necessario espandere la nozione di bene comune: non solo quello dello spazio pubblico, della piazza, del lungomare o dello spazio privato, quello domestico, culturale, educativo ma anche e soprattutto quello delle risorse economiche nel territorio condiviso. Questo viene inteso come dimensione umana e urbana che fornisce risorse che vanno oltre allo spazio fisico e che protegge e la possibilità di generare commercio.

L’istruzione, il cibo e l’impegno civico sono tra gli elementi di una società sana che i modelli di sviluppo neoliberisti hanno reso scarsi e mercificati.

Crediamo che il bene comune (the commons) del 21° secolo fornirà queste risorse, oltre allo spazio che protegge e accoglie e allo spazio per il commercio e delle attività economiche.

Intendiamo quindi ideare un’architettura in grado di soddisfare le esigenze di queste diverse istanze all’interno di un quadro di produzione e consumo condivisi fisicamente, ma soprattutto economicamente e culturalmente accessibile a tutti.

Le risorse di San Ferdinando, inaffti, sono da riconnettere al territorio e alla sua conformazione.

Gli spazi pubblici e l’Acqua: San Ferdinando si affaccia direttamente sulle acque del Mar Tirreno e viene inoltre perimetrato a nord dal fiume Mesima. L’acqua costituisce una risorsa importante attraverso la quale si possono stabilire relazioni sociali, e dinamiche economiche che partecipano alla creazione dei commons.

Le Campagne: Le campagne di San Ferdinando sono storicamente al centro dello sviluppo e sostentamento economico del centro urbano.

L’agricoltura, in particolare quella che ruota intorno alla coltivazione degli agrumi è da sempre un punto di forza dell’economia locale. Oggi costituisce un elemento centrale nella creazione di un’economia circolare che sostiene in modo diretto i cittadini e la forza lavoro di San Ferdinando.

Vuoti Urbani ed Edifici in Disuso: I vuoti urbani vengono intesi non come un elemento negativo del tessuto urbano, ma come un elemento di forza per lo sviluppo di San Ferdinando.

Sono spazi non occupati, pieni di promesse e possibilità. Sono spazi attivati politicamente, luoghi per la riappropriazione dei propri diritti e della propria identità necessari alla coesione sociale di cui ha bisogno San Ferdinando. Sono i luoghi dell’uguaglianza dove la popolazione locale si fonde con i nuovi residenti.

Le Istituzioni: Le istituzioni di San Ferdinando hanno un ruolo centrale nella promozione dei “commons”. Le istituzioni esistenti dovranno collaborare con quelle di nuova creazione per rigenerare la cultura del luogo. Il progetto prevede la creazione di un polo multiculturale che possa sostenere la cultura locale fondendosi con le culture “altre”: delle popolazioni degli immigrati alla business community per creare occasioni di aggregazione interculturale.

Le aree principali di progetto prevedono il ridisegno del lungomare, strutture di supporto all’agricoltura, edifici cooperativa per abitazioni ed edifici per la cultura.

Il lungomare si trasforma in un asse longitudinale con attrezzature sportive, piazze, strutture di supporto alla balneazione, giardini pubblici e infine caffè e ristoranti.

Il polo culturale si stabilisce invece nell’area compresa tra la piazza e via del Mercato, occupando un vuoto urbano al centro della città che torna a servire i cittadini.

Le strutture di supporto all’agricoltura e il mercano invece di collocano sugli assi viari della provinciale Nord ed Est, mentre invece l’edificio abitativo occupa un vuoto urbano su via della Rimessa, dove oltre a creare abitazioni, una piazza di nuova progettazione costituisce un nuovo punto di aggregazione per tutto il quartiere.

Il progetto prevede inoltre la ricucitura di tutte le zone perimetrali tra la città e il grande porto commerciale di Gioia Tauro a sud.

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