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Metropolitana di superficie a Catanzaro, Bruno: “Non è il frutto di una sola stagione politica”

Oggi entra in funzione, ma la sua storia comincia molto prima dei binari e dei cantieri. La metropolitana di superficie di Catanzaro, alla sua prima corsa, è il risultato di un’idea politica e di una visione di trasformazione urbana maturata nel tempo e accompagnata da scelte regionali decisive. A ricostruirne il percorso è il consigliere regionale Enzo Bruno, capogruppo di Tridico Presidente, che richiama le diverse stagioni istituzionali attraversate dall’opera, dalla fase di programmazione avviata durante la presidenza regionale di Agazio Loiero fino al rilancio e alla cantierizzazione impressi negli anni della giunta guidata da Mario Oliverio.
Secondo il consigliere Bruno, l’infrastruttura rappresenta una scelta strategica per la mobilità del capoluogo, pensata per dotare Catanzaro di un sistema di trasporto pubblico moderno, integrato e capace di ricucire un territorio ampio e frammentato. Proprio per questo, aggiunge, l’entrata in esercizio della metropolitana non può essere letta come l’esito di una sola stagione amministrativa, né ricondotta a un unico protagonista.
«L’accelerazione impressa negli ultimi anni ha certamente accompagnato l’opera verso il traguardo finale, ma questo risultato non può prescindere da una ricostruzione rigorosa e onesta della sua cronistoria, che restituisca a ciascuna fase e a ciascun protagonista il ruolo che gli compete», osserva il consigliere regionale.
«La metropolitana di Catanzaro – spiega Bruno – è infatti il frutto di due stagioni politiche distinte e complementari: quella dell’ideazione e della programmazione strategica e quella della cantierizzazione, delle varianti tecniche e della messa in sicurezza. Solo tenendo insieme questi passaggi si comprende davvero la portata di un’opera che ha segnato una delle più importanti scelte infrastrutturali per il futuro della città».
L’idea dell’opera nasce durante l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Rosario Olivo (2006–2011), che immaginò la metropolitana come uno strumento di trasformazione urbana: un “pendolo” capace di collegare centro e periferie, area universitaria, Policlinico e mare, valorizzando il sistema del Corace. In quella fase l’opera viene fortemente voluta e sostenuta dal Comune, con il contributo determinante del compianto ingegner Giovanni Angotti, capace di tradurre quella visione politica in una proposta tecnica solida e credibile.
La prima fase regionale coincide con la presidenza di Agazio Loiero (2005–2010), periodo in cui vengono poste le basi burocratiche e finanziarie del progetto. È sotto la sua giunta che la metropolitana di superficie viene inserita nel POR Calabria 2007–2013 e qualificata come Grande Progetto europeo. In quegli anni vengono elaborati gli studi di fattibilità e individuato come asse prioritario il collegamento tra Germaneto – Università e Policlinico – e il centro città.
La fase decisiva si apre con l’insediamento di Mario Oliverio alla guida della Regione Calabria (2014–2020). «Al suo arrivo – ricorda Bruno – il progetto rischiava concretamente di perdere i finanziamenti europei a causa dei ritardi accumulati». La priorità diventa quindi salvare le risorse, rendere l’opera cantierabile e mantenerla eleggibile ai rimborsi comunitari.
In questo percorso si colloca anche la firma dell’accordo di programma sottoscritto nell’aula del Consiglio provinciale e approvato all’unanimità. A firmare l’intesa il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, il presidente della Regione Mario Oliverio e lo stesso consigliere Enzo Bruno, che nel 2017 era presidente della Provincia di Catanzaro.
L’intesa ha consentito di finanziare una serie di opere integrate a supporto del nuovo sistema cittadino dei trasporti, funzionali alla realizzazione della metropolitana di superficie, destinata a collegare il centro della città con il quartiere marinaro e l’area di Germaneto.
«Con Oliverio si passa finalmente dalle intenzioni ai fatti: vengono sbloccati i fondi, firmati i contratti attuativi e avviati i lavori», sottolinea Bruno. Nel gennaio 2017 viene inaugurato il cantiere principale, alla presenza del presidente Oliverio e dell’allora sindaco Sergio Abramo. «In quel periodo – aggiunge – ricoprivo il ruolo di presidente della Provincia: da lì iniziano gli scavi e la fase più complessa dell’intervento».
Durante il mandato Oliverio vengono gestite varianti tecniche decisive: dalla galleria di San Giovanni, con interventi indispensabili per la sicurezza del centro storico, all’interconnessione di Catanzaro Sala, trasformata in nodo di scambio tra la nuova linea e quella storica delle Ferrovie della Calabria. Strategica anche la variante sul tratto Germaneto–Cittadella regionale, che ha ampliato la platea degli utenti, così come l’adeguamento tecnologico dell’infrastruttura, necessario per l’utilizzo di convogli di nuova generazione come i treni Stadler. Nel 2021, infine, una frana ha reso necessaria un’ulteriore variante di consolidamento.
«Queste scelte non erano opzionali – conclude Bruno –: senza le varianti approvate tra il 2016 e il 2018 l’opera avrebbe rischiato il blocco definitivo, per motivi di sicurezza, per il rispetto dei requisiti europei di funzionalità e per l’obsolescenza tecnologica del progetto originario. La metropolitana di Catanzaro è il risultato di un percorso lungo e stratificato: ridurla a un solo nome o a una sola stagione politica significa non rendere giustizia alla realtà dei fatti. Solo riconoscendo questa verità storica si restituisce all’opera il valore che merita e alla città una narrazione finalmente completa e corretta».

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