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Greco: “Collegare l’entroterra al mare: la strada dei Bruzi. Una sfida strategica per il Tirreno cosentino”

Sono stato in visita nei giorni scorsi in un territorio così bello che ogni volta attraversarlo è un piacere immenso. Mi riferisco a Paola, San Lucido, Fiumefreddo Bruzio e altri ancora: piccoli borghi legati al mare in modo indelebile, luoghi che racchiudono identità, storia e una bellezza autentica che merita di essere vissuta e valorizzata ogni giorno.

Per valorizzare davvero questi territori c’è bisogno, però, che siano più vicini tra loro. La distanza non è solo geografica, ma infrastrutturale, ed è qui che nasce l’esigenza di ripristinare e potenziare lo sbocco di Cosenza a sud-ovest, per collegare in modo diretto e moderno la città al mare.

In questo contesto si inserisce la “Strada dei Bruzi”, pensata per collegare Cosenza con la cittadina tirrenica di Fiumefreddo Bruzio. Un tracciato moderno, alternativo alla ormai superata e pericolosa SS 107, oggi inefficiente e insufficiente a sostenere i flussi di traffico e le esigenze di sviluppo del territorio.

Il progetto prevede la realizzazione di un’infrastruttura moderna, secondo degli standard europei: due carreggiate, due corsie per senso di marcia, ampia banchina pavimentata, assenza di intersezioni a raso e accessi dotati di corsie di accelerazione e decelerazione, per garantire sicurezza, fluidità e velocità di percorrenza.

La sezione di partenza della strada è localizzata in corrispondenza della città di Cosenza, all’altezza dell’attuale bocciodromo comunale, nella parte iniziale di via degli Stadi, all’innesto con viale Magna Grecia. Il tracciato si svilupperebbe poi in direzione est-ovest attraversando i territori di Castrolibero, Cerisano e Fiumefreddo Bruzio, fino a raggiungere la costa tirrenica all’altezza del centro balneare di Fiumefreddo.

Lo sviluppo complessivo è di circa 18 chilometri, con una pendenza media del 7%. Una galleria di circa 4,5 chilometri per l’attraversamento della Catena Costiera, insieme a viadotti e tratti in trincea e a mezza costa, permetterebbe un tracciato sicuro, comodo e fluido, caratterizzato da ampi raggi di curvatura e da elevati standard di sicurezza.

Un’opera di visione, capace di cambiare davvero il volto della mobilità e dello sviluppo del Tirreno cosentino e dell’entroterra.

Infatti, le infrastrutture e i collegamenti viari rappresentano da sempre la vera chiave dello sviluppo di un territorio. Non è un caso se la Lega e il Governo nazionale hanno posto questo tema al centro del loro programma politico: gli interventi già avviati sulla Statale 106, il potenziamento dell’A2 del Mediterraneo e i progetti sull’alta velocità ferroviaria dimostrano una volontà chiara di superare i ritardi storici che hanno frenato il Mezzogiorno.

Le grandi opere non sono soltanto strumenti di mobilità, ma fattori determinanti per la crescita economica, la competitività e la qualità della vita dei cittadini. Senza collegamenti rapidi, sicuri ed efficienti, ogni prospettiva di sviluppo rischia di rimanere incompiuta.

Il Tirreno e l’entroterra, finalmente connessi, potrebbero diventare così un’unica area vasta, in cui cultura, sanità, economia e turismo dialogano senza barriere. Un vero corridoio metropolitano capace di dare respiro al tessuto imprenditoriale, nuove prospettive alle giovani generazioni e maggiore competitività all’intero sistema calabrese. In quest’ottica non può essere trascurato un altro tema fondamentale: la battaglia per un mare più pulito, che torni ad essere il fiore all’occhiello della nostra regione.

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