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Occhiuto ‘scuote’ Forza Italia: “Nessuna corrente, ma serve centrodestra più moderno”. Sulla candidatura a leader del partito glissa: “Non è all’ordine del giorno”

“Nessuna corrente, nessuna manovra congressuale, nessun regolamento di conti interno” assicura Roberto Occhiuto: il convegno “In libertà, pensieri liberali per l’Italia”, organizzato a Palazzo Grazioli dal presidente della Regione Calabria e vicesegretario di Forza Italia nascerebbe, invece, con un obiettivo chiaro e dichiarato: dare una scossa liberale al centrodestra e rafforzarne l’anima riformista. «Le correnti sono cose polverose che appartengono al passato – ha chiarito Occhiuto – e, per fortuna, sono un vizio che oggi riguarda soprattutto il Pd. Qui non c’è nessuna intenzione di organizzare una corrente, ma di aprire una discussione politica vera».

Il luogo non è casuale. Palazzo Grazioli, simbolo dell’inizio della stagione liberale di Silvio Berlusconi, diventa lo spazio per rilanciare e aggiornare quella tradizione. «C’è uno spazio enorme per un partito che voglia recuperare e modernizzare il pensiero liberale – ha spiegato Occhiuto – un pensiero che oggi non può più essere quello dello Stato minimo, perché servono grandi investimenti pubblici in settori strategici».

Il convegno ha messo al centro i grandi temi dell’economia e della società, declinati in chiave liberale, con la partecipazione di esponenti di primo piano dell’imprenditoria e delle istituzioni: dall’amministratore delegato di Tim Pietro Labriola al vicepresidente di Uber Tony West, fino a numerosi parlamentari e dirigenti di Forza Italia, in una sala gremita.

Nel suo intervento, Occhiuto ha riconosciuto il ruolo decisivo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definendola «il leader più autorevole d’Europa e tra i più autorevoli al mondo». Ma ha posto una domanda politica centrale: «Basta la Meloni al centrodestra? Non c’è forse bisogno di aggiungere qualcosa al suo lavoro?». La risposta, per Occhiuto, è netta: serve un contributo liberale che Forza Italia è chiamata a dare ora, «soprattutto oggi, mentre dall’altra parte ci sono Schlein e Albanese».

In questo quadro si colloca anche il tema della leadership del partito. «Una mia candidatura al congresso del 2027 non è all’ordine del giorno», ha precisato il governatore calabrese, rivendicando invece il sostegno, al momento, al segretario Antonio Tajani. «Tajani ha svolto una funzione straordinaria, permettendo a Forza Italia di sopravvivere quando nessuno ci avrebbe scommesso. Come lui, anche io voglio contribuire a portare il partito al 20%, mettendo a disposizione la mia esperienza e il mio coraggio».

Un coraggio che, secondo Occhiuto, deve tradursi anche in apertura e rinnovamento. «I volti nuovi non devono essere per forza politici di professione – ha sottolineato –. Forza Italia deve aprirsi a imprenditori, giornalisti, persone che non hanno lavorato nei palazzi della politica ma che possono dire e fare molto».

Ampio spazio è stato dedicato ai diritti civili e alle nuove generazioni. «Molti giovani che non vogliono votare a sinistra guardano al centrodestra come a una coalizione esclusivamente conservatrice – ha osservato –. Dobbiamo aprire una discussione seria sui diritti civili e sulla libertà della persona: è una sfida che Forza Italia deve avere il coraggio di affrontare».

Sul tema della cittadinanza, Occhiuto ha ribadito la necessità di una riforma più ampia e organica rispetto allo Ius scholae. «Serve un modello di inclusione che consenta al nostro Paese di contrastare l’inverno demografico, rendendo più semplice l’accesso alla cittadinanza». E sulle infrastrutture ha difeso con forza il Ponte sullo Stretto: «È un’opera che un Paese ambizioso deve saper realizzare, anche contro chi vorrebbe un’Italia incapace di costruire grandi opere pubbliche, che sono a loro volta attrattori di sviluppo».

Altro capitolo centrale è quello della giustizia. In vista del referendum, Occhiuto ha rivendicato il ruolo di Forza Italia come forza garantista: «Fa bene Meloni a non politicizzare il dibattito, ma il nostro partito deve intestarsi la riforma della giustizia, recuperando un tratto fondamentale del suo dna». Una battaglia storica, ha ricordato, che ha avuto in Silvio Berlusconi il suo padre politico e che oggi può essere portata a compimento.

«Forza Italia oggi vale l’8-9%, ma esiste un grande bacino di elettorato che non ci ha mai votato e che potrebbe farlo, nell’interesse del centrodestra», ha concluso Occhiuto. «Io non ho altre ambizioni personali: il mio ruolo me lo hanno dato i miei concittadini. Voglio mettere il coraggio che hanno premiato al servizio di una Forza Italia più forte e di un centrodestra più moderno».

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