“Quattro delle cinque province calabresi oltre il centesimo posto, su centosette, per qualità della vita secondo i dati de Il Sole 24 ore non sono di certo un bel primato se sommati alle analisi di Svimez, Bankitalia, Inps, Istat che indicano la Calabria quale fanalino di coda tra le 240 regioni dell’Unione europea. Non si tratta di compiacersi di questi numeri solo perché ho perso le elezioni, come qualche solone del centrodestra vorrebbe fare intendere, ma della fotografia nuda e cruda, perché i dati non ingannano mai, della nostra regione”. Lo afferma l’europarlamentare M5S Pasquale Tridico, già candidato alla presidenza della Regione Calabria.
“Quello che amareggia ancora di più, tuttavia – prosegue – non è la conferma delle città calabresi agli ultimi posti della speciale classifica, ma il peggioramento di quei numeri negli anni di amministrazione regionale targata Occhiuto. Nessun miglioramento sotto nessun profilo economico e sociale della Calabria, come avevo sottolineato tra l’ironia della maggioranza nel corso del penultimo consiglio regionale, ma recessione. Se basta questo per cui bearsi di una ‘Calabria straordinaria’, sulla quale il governatore non è capace di intervenire politicamente con misure necessarie a sostenere lavoro, investimenti, riforme vere e welfare, in una regione in cui un calabrese su due è a rischio povertà, allora vuol dire che non possiamo più aggrapparci nemmeno alla speranza”.
“Il peggior centrodestra della storia repubblicana, evidentemente – afferma l’esponente 5 Stelle – o vive in un multiverso tutto suo, in cui la Calabria è incastonata tra Lombardia e Veneto, oppure è in malafede. Nell’uno e nell’altro caso, dopo sei anni di governo regionale, non registriamo alcun sussulto, alcuna volontà di invertire la rotta, nessun minimo segnale positivo. Assistiamo solo a manovre, giochetti, espedienti utili a gestire al meglio il potere, se è vero com’è vero che il primo pensiero di Occhiuto, appena eletto, è stato quello di aumentare il numero delle poltrone da affidare al suo cerchio magico, con due assessori e due sottosegretari in più, ed azzerare la democrazia eliminando il referendum popolare previsto per modificare lo statuto regionale”.
“Davvero complimenti – conclude Tridico – tra le bocciature di tutte le agenzie socio-economiche e le arroganti brame di potere, per Occhiuto è un bell’esordio”.
