L’VIII edizione di “Sguardi a Sud – Suoni e visioni del presente 2025”, la rassegna ideata e promossa dalla Compagnia Porta Cenere con la direzione artistica di Mario Massaro, si conferma anche quest’anno uno dei fari culturali più luminosi del Mezzogiorno. Dopo i primi due concerti che hanno già portato sul palco artisti di rilievo internazionale, la kermesse – sostenuta dalla Fondazione Carical con il patrocinio del Comune di Mendicino – prosegue il suo percorso dal 14 novembre al 14 dicembre al Teatro Comunale di Mendicino, riaffermandosi come spazio di incontro tra memoria e futuro, tra emozione e pensiero critico.
A inaugurare la stagione teatrale, il 23 novembre (alle ore 18), sarà la Compagnia Ragli con “L’Italia s’è desta. Un piccolo [falso] mistero italiano”, interpretato da Dalila Cozzolino, con testo, luci e regia firmati da Rosario Mastrota. Protagonista è Carletta, la “scema del paese”, una figura fragile e visionaria che assiste a un evento tanto improbabile quanto dirompente: il rapimento, ad opera della ‘ndrangheta, del pullman della Nazionale italiana di calcio a due mesi dai Mondiali. Una notizia-bomba che esplode sui media. Esercito, politica, giornalisti: tutti accorrono, travolti dall’ossessione della notizia generando un assalto cieco e famelico alla verità. Ma la verità – quella fragile e scomoda – sta sulle labbra di Carla, l’unica testimone.
Il monologo, osserva Mastrota, gioca sul cortocircuito tra vero e falso, sull’invenzione plausibile che mette a nudo la faciloneria di un’Italia “credulona”, divorata dai media e dalle loro distorsioni: un meccanismo che richiama i casi reali di cronaca spettacolarizzata. Il riferimento corre alle grandi narrazioni mediatiche italiane – da Cogne a Garlasco, da Sara Scazzi al caso Costa Concordia – e a una collettività che spesso preferisce il clamore alla verità. “L’Italia s’è desta” ha all’attivo oltre 185 repliche in Italia e negli Stati Uniti: uno spettacolo che continua a parlare a pubblici diversi, proprio grazie all’uso di un elemento universale – il calcio – come grimaldello emotivo ed educativo. L'”Italietta credulona”, come la definisce il regista, diventa così un teatro di specchi in cui il pubblico riconosce debolezze, storture e ingenuità collettive.
«Carletta incarna una voce senza filtri – racconta l’interprete Dalila Cozzolino –. Forse devi essere un po’ folle per parlare di ‘ndrangheta con naturalezza. La nostra compagnia esiste dal 2010, ha sede a Roma ma con una forte impronta calabrese. Abbiamo sempre cercato di portare in scena la nostra terra, smitizzando ciò che spesso viene raccontato con retorica». Per l’attrice, il debutto a Mendicino è un ritorno a casa: «Sono cresciuta con Porta Cenere. Natale Filice è stato il mio primo maestro di teatro, con loro ho debuttato ne “La Serva padrona”. Ricevere la telefonata di Mario Massaro mi ha profondamente emozionata».
«Lo spettacolo nasce nel 2013 – spiega l’autore e regista Rosario Mastrota – in un periodo in cui la malavita era raccontata soprattutto dal punto di vista dei boss, esaltati dalle serie televisive. Noi abbiamo scelto l’opposto: far diventare protagonisti coloro che la ‘ndrangheta la subiscono». Ne emerge la figura di un’anti-eroina mite, buona, dotata di una “bella follia”, unica testimone di un evento criminale immaginario ma credibile. «Torno con piacere a Mendicino – aggiunge Mastrota –. Qui ho mosso i primi passi della mia infanzia teatrale calabrese. Ho iniziato con Scena Verticale. Ci piacerebbe dedicare la replica a Renato Costabile, una delle prime persone che ha creduto nel nostro percorso».
Mario Massaro, direttore artistico di Sguardi a Sud, definisce la rassegna come «un luogo di riflessione e incontro. Dedichiamo l’intera stagione a un grande maestro come Renato Costabile, custode di memoria e ispirazione per le nuove generazioni». Con queste parole, Massaro restituisce la filosofia che anima la kermesse fin dalla sua nascita: trasformare il teatro, la musica e la letteratura in strumenti per osservare il mondo contemporaneo, generando emozione ma anche pensiero critico. Ogni edizione della rassegna è un’opportunità per creare un ponte tra il territorio e le grandi narrazioni, tra storie locali e temi universali. L’apertura alla Compagnia Ragli e al personaggio di Carletta ne è un esempio emblematico: un monologo che solleva domande sulla percezione della realtà, sul ruolo dei media e sulla capacità del pubblico di distinguere verità e mito. «Accogliere la Compagnia Ragli e il personaggio di Carletta significa celebrare il coraggio di chi osa osservare la realtà con ironia e profondità. È una grande gioia ritrovare Dalila al Teatro Comunale di Mendicino, dopo aver condiviso con lei i primi passi del suo percorso artistico. Sono profondamente grato che abbiano accolto il nostro invito, portando sul palco una voce capace di emozionare e far riflettere», conclude il direttore artistico.
Con l’apertura della stagione di prosa, Sguardi a Sud conferma il suo ruolo di osservatorio sensibile del presente: una rassegna che costruisce ponti, custodisce memorie, innesta nuove visioni nel tessuto culturale del territorio.
