In un libro originale, stuzzicante e appetitoso che sarà presentato sul Terrazzo Pellegrini il 14 novembre alle 17,30 Dino Petralia svela “segreti” e peculiarità della nostra lingua dando vita ad una magistrale operazione culturale
Ma quanto è bello l’italiano!
Gli aggettivi (ovviamente di segno positivo), mai come in questo caso sono ampiamente giustificati. E risultano funzionali ad una corretta ed esauriente descrizione delle caratteristiche di “Grammatica emozionale – viaggio dentro le parole” (2 ed,), pubblicato dall’ex magistrato Dino Petralia per i tipi di Luigi Pellegrini e favorevolmente accolto da studiosi ed esegeti della nostra lingua. Incuriositi e, via via, ammirati dalla capacità dell’autore di muoversi con leggerezza tra i meandri dello strumento principe con cui quotidianamente comunichiamo, facciamo conoscenze, regoliamo contatti, rapporti, relazioni in ogni dove.
Dino Petralia e la sua Grammatica emozionale saranno ospiti del Terrazzo Pellegrini il prossimo 14 novembre, alle ore 17,30. L’incontro, che sarà moderato dal giornalista Arcangelo Badolati, promette “scintille” ed il pubblico delle grandi occasioni. Per il particolare e accattivante contenuto che l’autore, “semplice fruitore di parole, ma che dalle parole è attratto e con le parole si diverte”, ha saputo creare. E per gli illustri ospiti: il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, che porterà i saluti dell’Amministrazione comunale; Arnaldo Colasanti, tra i maggiori critici letterari del nostro tempo; Loredana Giannicola, docente di Lettere e Dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Cosenza-USR; e Caterina Capponi, già Assessore alla Cultura della Regione Calabria, che sapranno spiegare da par loro le ragioni del successo che quest’opera sta riscuotendo in ogni parte d’Italia, a partire dalle scuole. Un’accoglienza lusinghiera che fa il paio con quanto lo stesso Colasanti scrive nella prefazione al libro, definendolo significativamente “una cuccagna”: un modo efficace per sottolineare i meriti dell’autore e della sua “invidiabile” – il termine è di Colasanti – Grammatica emozionale nella quale svetta “proprio la geniale noncuranza con cui lui si mette a rendere sonoro l’ordine del linguaggio attraverso la teatralità enunciativa di tutte le soggettività parlanti, come se la lingua fosse messa sul palcoscenico della chiacchiera umana, dove i suoni friggono, anzi ciangolano e spettegolano e dicono la propria, in un gustoso autoritratto che vale sì l’atto di non prendersi sul serio, ma anche la più fervida ammissione del fatto che l’unica virtù morale della vita sia sempre dire le cose serie ridendo”. Il risultato della divertente ed insolita circumnavigazione del nostro idioma di cui l’autore s’è reso protagonista con Grammatica emozionale (che vanta anche le postfazioni di Alessandro Bergonzoni e Sarantis Thanopulos) è effettivamente sorprendente. Al punto che il lettore, dopo aver percorso velocemente le poco più di centocinquanta pagine del libro e superato “indenne”, quasi senza accorgersene, i brevi ma intensi “incontri ravvicinati” dedicati da Petralia a ciò che siamo soliti considerare, nel migliore dei casi, ostico o noioso, è costretto a ricredersi. Scoprendo intanto che l’italiano è una lingua (non semplice, ma) davvero bella e particolare. Poi che, oggi, grazie a Dino Petralia e alla sua Grammatica emozionale, articoli, preposizioni, nomi, verbi, aggettivi, pronomi, avverbi, congiunzioni, interiezioni, punteggiatura, sono diversi – o forse ci appaiono finalmente nel modo giusto – da come siamo abituati a considerarli. Infine – e soprattutto – che con essi possiamo e dobbiamo stabilire un corretto rapporto, imparando a rispettarne il “carattere” e l’”anima”.
