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Cosenza, schede clonate su slot machine: sottratti 12 milioni di euro alle Agenzie delle Dogane e dei Monopoli. Il procuratore Capomolla: “Nella provincia mole di giocate imponente. Garantire controllo nel settore”

“Garantire il controllo in un settore, e soprattutto, in un territorio in cui la dipendenza dal gioco è particolarmente avvertita e abbiamo a che fare con delle fragilità, è molto importante”. A dichiararlo, il procuratore di Cosenza, Vincenzo Capomolla, nel corso della conferenza stampa convocata in Procura, alla presenza del comandante provinciale dei carabinieri Andrea Mommo e del dirigente dell’Ufficio Controlli Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, per illustrare i dettagli dell’inchiesta che ha portato, nella mattinata odierna, al sequestro preventivo da oltre 12 milioni di euro nei confronti di un imprenditore del settore del gaming.

Il provvedimento di sequestro ha riguardato sia l’imprenditore, indagato per peculato, che la società, con sede a Luzzi, nel Cosentino, di cui è legale rappresentante. “Secondo i dati riportati da associazioni ed enti e riferiti proprio agli ultimi anni – ha aggiunto Capomolla -, si stima che nella provincia di Cosenza la mole di giocate effettuate sia piuttosto imponente e si attesti intorno al miliardo e 300 mila euro e a 100 milioni di euro solo nella città bruzia. Parliamo, ovviamente, soltanto di quelle legali”. “A conclusione dell’attività di indagine – ha spiegato il procuratore – svolta grazie alla collaborazione del personale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dell’Arma dei carabinieri, abbiamo verificato che numerosi apparecchi e slot machine collocati in provincia di Cosenza presentavano un’alterazione nel funzionamento che sottraeva alla Rete nazionale importi rilevantissimi riguardo ai giochi e quindi determinava una sottrazione, oltre che dell’importo giocato, anche del Prelievo unico erariale che il gestore della società è tenuto a versare allo Stato”.

In altre parole, si trattava di “un’alterazione fisica” degli apparecchi, dentro ai quali “c’era una scheda clonata che intercettava la contabilità delle giocate e impediva la visualizzazione degli importi sulla Rete unica. Talvolta, tramite un telecomando, veniva alternata la registrazione sulla scheda ufficiale e sulla scheda clone per eludere i controlli”.

L’indagine, che ha riguardato il periodo compreso tra il 2022 e il 2025, aveva portato al sequestro, nel mese di maggio scorso, di 145 apparecchi elettronici con alterazione del funzionamento dislocati in attività commerciali della città di Cosenza e dell’intera provincia, di schede sim contraffatte e della somma di 81mila euro in un solo giorno. Sulla base dei risultati investigativi, è stato calcolato che l’importo evaso sarebbe stato pari a 50 milioni e mezzo di euro di cui oltre 27 milioni determinati in via forfettaria, e l’imposta evasa (Preu) sarebbe stata pari a oltre 12 milioni dei quali più della metà determinati forfettariamente.

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