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Dierre Basket, il coach Francesco Inguaggiato a ‘Tiro da 4’: “Stiamo costruendo una mentalità vincente. E il sogno americano? Esiste”

Dalle palestre del Texas ai campi del girone siciliano, passando per un’esperienza di vita che sembra un film. Francesco Inguaggiato, coach della Dierre Basketball Reggio Calabria, è stato ospite di “Tiro da 4”, il format in onda su ReggioTv condotto da Giovanni Mafrici, tracciando un bilancio dell’avvio di stagione e regalando un affascinante racconto del suo percorso personale e professionale.

L’analisi parte dall’ultima fatica della sua squadra, la vittoria contro Valerio Napoli e la combattiva Virtus Trapani. “È stata una bella partita, ci ha dato del filo da torcere – ha ammesso il coach – Valerio è uno che conosce molto bene il campionato e la sua squadra, devo dire, ha giocato molto meglio della partita che avevo visionato in precedenza. Hanno veramente fatto un’ottima partita e ci hanno messo abbastanza in difficoltà”.

E sul primo periodo di campionato, Inguaggiato ha tracciato un bilancio in linea con le attese, sottolineando un obiettivo primario: “Io ho sempre parlato di costruire una mentalità vincente. Senza giocare non la puoi costruire, la puoi iniziare dagli allenamenti, insegnando ai ragazzi a coltivarla. Poi, però, ci vogliono le vittorie in campo per raggiungere l’obiettivo. Domenica abbiamo avuto una prima partita un po’ sottotono, però è stato un buon insegnamento. Queste partite, per come si erano messe, potevi perderle e invece l’abbiamo vinta. Ci ha aiutato a formare il carattere”.

Il racconto è poi volato oltreoceano, ripercorrendo la scelta che 23 anni fa lo portò negli Stati Uniti. “Ero andato con l’idea di fare un anno sabbatico – ha rivelato – e i miei anni sabbatici sono pericolosi. Dopo tanti anni da giocatore e allenatore, volevo una pausa dalla pallacanestro, ma per provare a farla lì. È andata bene, sono rimasto”. Un’esperienza che per lui ha confermato il mito del sogno americano. “In America si respira un’aria diversa. Mandi un curriculum, anche se sei nessuno, ti invitano a parlare. E i sogni americani esistono realmente. Se hai delle idee, dei valori, delle qualità, facilmente possono essere espressi”.

Nonostante il legame con il Texas, il ritorno in Italia e l’approdo a Reggio sono stati dettati dal cuore e da un progetto familiare. “Mio figlio ha scelto di studiare online e giocare in Italia. Siamo tornati per questo e poi è arrivata la proposta della Dierre. Sto godendo molto questa avventura. Rincontro amici come Valerio, la prossima settimana Pizzuto, Gentile… è molto piacevole”.

Il confronto tra i due mondi cestistici è inevitabile. “In America – ha spiegato – due cose saltano subito all’occhio: le strutture pazzesche e l’enfasi sulla fisicità. Lì puoi cercare il talento fisico da unire alla pallacanestro. Da noi, in una realtà più piccola, magari un ragazzo meno dotato fisicamente impara prima a giocare”.

Guardando al futuro, il coach non ha dubbi sulla prossima trasferta. “Sarà una battaglia. Loro l’anno scorso hanno fatto lo sgambetto alla Dierre e so per certo che ci vogliono riprovare. Noi, sull’entusiasmo delle vittorie e con il rammarico di non aver sempre espresso il nostro meglio, andremo a fare una buona gara”.

 

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