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Sunia Calabria, Sicilia e Messina su rilievi Corte dei Conti a Ponte sullo Stretto: “Perplessità su costi e stime di traffico”

Il SUNIA-CGIL Calabria, della Sicilia e di Messina, insieme al proprio ufficio legali di Reggio Calabria, ha analizzato con attenzione tutta la serie di importanti rilievi e osservazioni che la Corte dei Conti ha proposto nei confronti della delibera con cui il Cipess aveva definitivamente licenziato il progetto del Ponte sullo Stretto.
“Apprendiamo dalla stampa – dichiarano Giusy Milazzo, Segretaria Generale Sunia Sicilia, Francesco Alì, Segretario Generale Sunia-Cgil Calabria e Claudio Vallone, Segretario Generale Sunia Messina – che lunedì (13 ottobre) il Dipe, il Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica della presidenza del Consiglio dei ministri, di concerto con i ministeri interessati dell’Economia, dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dei trasporti e con la società “Stretto di Messina”, ha depositato le integrazioni richieste, presso la Corte dei conti. Nulla di ufficiale abbiamo rinvenuto però sulle pagine istituzionali”.
“In seguito alle verifiche fatte con il nostro ufficio legale, ci preme a questo punto sottolineare – proseguono i sindacalisti – che la Corte, nel suo compito di verificare la legittimità degli atti del progetto, la conformità degli stessi alle leggi e ai regolamenti e la regolarità delle procedure amministrative e contabili, ha ricostruito la tempistica dei passaggi tra le amministrazioni, per i quali chiede importanti chiarimenti procedurali e tecnici, riferendo perplessità in ordine all’utilizzo della procedura d’urgenza (ritenendosi di classificare il ponte come opera di interesse strategico militare), ai costi e alle stime di traffico”.
In particolare, la magistratura contabile ha manifestato «la necessità di acquisire chiarimenti ed elementi informativi» sulla delibera, atteso che «risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione difettando, a sostegno delle determinazioni assunte dal Cipess, anche in relazione a snodi cruciali dell’iter procedimentale, una puntuale valutazione degli esiti istruttori». Visto che la delibera del Cipess «si appalesa più come una ricognizione delle attività intestate ai diversi attori istituzionali del procedimento che come una ponderazione delle risultanze di dette attività, sotto il profilo sia fattuale sia giuridico».
La Corte ha così chiesto «chiarimenti in merito alle valutazioni con le quali è stata approvata la relazione relativa ai motivi imperativi di interesse pubblico; è stato preso atto dell’assenza di idonee alternative progettuali; è stata dichiarata la sussistenza di motivi imperativi di interesse pubblico legati alla salute dell’uomo e sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente».
Sono altresì stati chiesti «aggiornamenti in merito all’interlocuzione che sembra avviata, sul punto, con la Commissione europea».
In relazione agli oneri del piano economico la Corte ha manifestato gravi perplessità sul «disallineamento tra l’importo asseverato dalla società Kpmg in data 25 luglio 2025 – quantificato in euro 10.481.500.000 – e quello di euro 10.508.820.773 attestato nel quadro economico approvato il 6 agosto 2025. In riferimento alle stime di traffico sono stati chiesti chiarimenti anche in ordine alle valutazioni svolte dal Comitato in merito alle modalità di scelta della società di consulenza e agli esiti del relativo studio, anche in relazione agli approfondimenti istruttori svolti in occasione della riunione preparatoria del Cipess».
Il SUNIA, congiuntamente al suo ufficio giuridico, evidenzia che i rilievi della Magistratura contabile prendono atto di una serie di mancanze procedimentali tali da confermare la lacunosità della progettazione del Ponte sullo Stretto diretta ad accertare la sostenibilità quantomeno economica dell’opera, senza tenersi conto di tutte le criticità ambientali e comunque relative all’impatto sul territorio già evidenziate da questa Organizzazione.
La Corte ha concesso all’Amministrazione un termine fino a venti giorni per fornire le risposte ai chiarimenti chiesti, in mancanza delle quali la stessa potrà decidere allo stato degli atti, rimarcando la facoltà di ritirare il provvedimento in autotutela.
Tali ultimi incisi smentiscono pertanto le affermazioni del MIT che vorrebbe ridurre i rilievi e le richieste di chiarimenti a una mera interlocuzione con la Corte dei Conti che ha, invece, evidenziato importanti problematiche sul fondamento e sulla validità della delibera del CIPESS tali che, in assenza di risposta congruente, deciderà allo stato degli atti, ossia in forza della documentazione della quale è stata chiaramente denunciata la carenza, incompletezza e contraddittorietà.
La Corte dei Conti ha dunque confermato gran parte delle criticità rilevate più volte dalla Cgil e dal Sunia sul rispetto delle direttive comunitarie e sullo spreco di risorse. Ecco perché come già fatto dalla Cgil, chiediamo al Governo di ritirare la delibera Cipess ponendo fine ad un progetto inutile e dannoso, pieno di forzature legislative e tecniche e divisivo per il Paese che costerebbe oltre 20 miliardi, eliminerebbe migliaia di posti di lavoro, espellerebbe dalle loro abitazioni oltre 500 famiglie e peserebbe come un macigno sulle finanze del Paese.
Dopo le richieste di chiarimenti della Commissione europea al Governo sulle procedure di autorizzazione e appalto del progetto che incorrerebbero in un serio rischio di infrazione, oggi le considerazioni della Corte dei Conti. È tempo dunque di riaprire una discussione seria e trasparente sulle infrastrutture urgenti per lo sviluppo della Calabria e della Sicilia perché le priorità sono ben altre.

 

 

 

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