A poche ore dal voto del 5 e 6 ottobre, ho preso una decisione che va contro ogni logica
elettorale, ma che rappresenta esattamente il tipo di politica in cui credo: non farò nessun
evento di chiusura della campagna elettorale.
Stamattina, dopo una notte passata a guardare le immagini e a pensare a cosa sta
accadendo sulle navi della Global Sumud Flotilla, durante la mia corsa mattutina
quotidiana – quel momento della giornata in cui rifletto, mi guardo dentro e cerco le risposte
– ho capito con chiarezza qual era la scelta giusta.
Non posso e non voglio chiudere una campagna elettorale mentre persone
coraggiose rischiano la vita per portare aiuti umanitari a Gaza. Questo per me è un atto
di responsabilità, di coscienza e di cultura personale.
Questa mattina Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli hanno comunicato la decisione di
rimanere a Roma, rinunciando agli eventi finali in Calabria, per stare accanto come
“equipaggio di terra” alla Flotilla. Una scelta che condivido pienamente e che mi ha
confermato di essere nel posto giusto, con le persone giuste.
E mentre riflettevo su tutto questo, mi sono arrivate le parole vergognose pronunciate ieri
dal Ministro Salvini a Paola. Ha accusato gli attivisti della Flotilla di “non preoccuparsi dei
bambini di Gaza”, di voler solo “rompere le scatole”, di fare “battaglia politica sulla pelle” di
chi soffre.
Queste parole sono l’emblema di una destra barbara, insensibile, incapace di
guardare oltre il proprio ombelico. Mentre volontari rischiano la vita per portare cibo e
medicine, il Ministro li insulta. Mentre a Gaza muoiono bambini, la destra italiana pensa solo
a proteggere i responsabili del massacro.
Ecco, in quel momento ho capito ancora più chiaramente perché dovevo fare questa scelta:
per marcare una differenza incolmabile tra chi pensa che la solidarietà sia debolezza e
chi crede che sia la nostra unica forza.
La campagna elettorale è il contingente. Il 5 e 6 ottobre sono date importanti, certo, ma
passeranno. Quello che sta accadendo a Gaza è una tragedia che interroga la nostra
umanità, che ci chiede di prendere posizione, che non può essere messa in secondo piano
rispetto ai calcoli elettorali.
Tutti dovremmo riscoprire l’umanità e la voglia di convivere senza soprusi. Tutti dovremmo
capire che quando un popolo viene massacrato, quando i bambini muoiono di fame, quando
gli aiuti umanitari vengono bloccati, non ci possono essere priorità più importanti del
fermare questa barbarie.
Quindi no, non farò chiusure di campagna. La mia campagna non si chiude, si apre: si
apre alla solidarietà, si apre all’umanità, si apre a una visione di politica che mette le persone
prima dei voti.
Ho corso per le strade di Cosenza questa mattina, come faccio ogni giorno, e ho pensato:
voglio che la Calabria che andremo a governare sia come la mia corsa. Un percorso fatto
guardandosi dentro, ascoltando la propria coscienza, scegliendo sempre il bene
comune anche quando è scomodo, anche quando non conviene.
Il 5 e 6 ottobre i calabresi sceglieranno. E io mi presento a loro così: non con un evento di
chiusura, ma con una scelta di coscienza. Non con il rumore della propaganda, non
urlando e strumentalizzando un tema tanto delicato, ma con il silenzio della riflessione. Non
con la logica del consenso, ma con il coraggio della coerenza.
Alleanza Verdi Sinistra e Pasquale Tridico presidente rappresentano questa politica
diversa. Una politica che non dimentica mai che prima di tutto viene l’umanità.