“Ogni volta che un femminicidio o una violenza eclatante, scuote le cronache, si riaccende per qualche giorno l’indignazione. Poi cala il silenzio. Eppure il fenomeno non conosce tregua: le donne continuano a essere uccise, violentate e maltrattate, spesso davanti ai loro figli, e chi sopravvive lo fa nella paura. Di fronte a questo dramma, la politica continua a trattare la questione come marginale, con finanziamenti insufficienti, a volte con una superficialità che rasenta l’irresponsabilità.
A proposito di ciò, chiedo se quando si decide come e a chi destinare i fondi, la Regione Calabria interpella gli Enti del Terzo Settore che conoscono il problema nel dettaglio visto che operano con grande abnegazione e sacrificio sul territorio? Interpellare significa chiedere di co–progettare, scegliere e condividere i percorsi da attuare insieme a loro per comprendere dove e a chi destinare i finanziamenti. E’ con il Terzo Settore che si deve decidere, perchè contro la violenza i suoi rappresentanti lavorano e si battono ogni giorno. I centri antiviolenza e le case rifugio sopravvivono grazie alla tenacia di associazioni e volontari che, con coraggio e dedizione, colmano i vuoti lasciati dalle istituzioni che si aggrovigliano nella burocrazia con pochi stanziamenti e ritardi inaccettabili.
È la loro esperienza che deve essere presa in considerazione quando si decide dove destinare i pochi fondi disponibili. Sono gli Enti del Terzo Settore a garantire accoglienza, ascolto e protezione, spesso in condizioni di emergenza e senza risorse adeguate. Ma il loro impegno, pur straordinario, non basta: servono strutture stabili, fondi certi e continuità nei progetti. Troppo spesso, una volta istituita una commissione o approvata una delibera, i decisori politici pensano di aver assolto il proprio dovere. È come lavarsi le mani di un problema che invece richiede azione quotidiana, presenza costante, progettualità condivisa.
Perché la violenza di genere non si affronta con dichiarazioni d’intenti, ma con case rifugio sicure, con operatori formati, con percorsi di sostegno psicologico e legale per le donne e i loro figli. Non si può ignorare che questi interventi sono vere e proprie situazioni di urgenza: per molte donne rappresentano la differenza tra la vita e la morte. Eppure i finanziamenti arrivano in ritardo, sono esigui e spesso vincolati a burocrazie che ne rallentano l’utilizzo. Così si chiede al volontariato di coprire carenze strutturali che spettano invece alle istituzioni. Se la Calabria vuole davvero combattere il femminicidio e la violenza di genere deve smettere di considerare il tema come secondario. Deve costruire politiche durature, mettere risorse stabili e lavorare insieme al Terzo Settore in un’alleanza vera, in una direzione di co-programmazione e co-progettazione degli interventi e dei finanziamenti. Solo così si può restituire speranza e protezione a chi, ogni giorno, lotta per la propria vita e quella dei propri figli”.
Così Olinda Suriano, Candidata Movimento 5 Stelle al Consiglio regionale nella Circoscrizione Centro.