Un itinerario che ha unito luoghi, comunità e linguaggi universali. È questo il segno lasciato dall’ultimo weekend dell’VIII edizione del Festival Antonio Vivaldi, rassegna internazionale organizzata dall’Associazione Cosenza Autentica APS in rete con l’AIAM – Associazione Italiana Attività Musicali, sotto la direzione artistica dei Maestri Alessandro Marano e Margherita Capalbo, con il sostegno del Ministero della Cultura – Fondo Unico per lo Spettacolo e di Art Bonus.
Il fine settimana ha preso il via sabato, lungo un percorso che ha toccato prima il Pollino e poi la Sila, con due appuntamenti di altissimo profilo. Al Castello Aragonese di Castrovillari, il pianista greco Andreas Xenopoulos ha incantato con i “Quadri di una esposizione” di Mussorgsky, offrendo al pubblico un’esecuzione intensa e raffinata, arricchita dalle sue Visioni Tardo Romantiche. L’energia interpretativa e la profonda interazione con la platea hanno reso la serata memorabile, aperta dal giovane talento Giagiancarlo Grande, che ha confermato la vocazione del Festival a valorizzare le nuove generazioni.
Sempre sabato, nel cuore della Sila, la Sala Saverio Marra del Museo Demologico di San Giovanni in Fiore ha ospitato il concerto “Sulla rotta del Burian”, con la pianista Margherita Capalbo e il flautista Ivan Nardelli. Un programma evocativo che ha condotto il pubblico in un viaggio musicale suggestivo, ispirato alla forza del vento Burian come metafora di attraversamenti interiori e paesaggi sonori.
Domenica il Festival si è spostato a Morano Calabro, nel suggestivo Chiostro di San Bernardino da Siena, dove protagonista è stato il pianista e compositore Maurizio Mastrini, tra le figure più originali della scena contemporanea. Con le suite W la Vita, Love Dream, Ghost e Freedom, Mastrini ha regalato un viaggio sonoro senza confini, unendo lirismo, minimalismo e contaminazioni moderne. L’atmosfera intima del chiostro ha amplificato l’emozione, trasformando il concerto in un momento di rara intensità.
Due giorni intensi, tre concerti e tre luoghi simbolici che hanno confermato la forza del Festival Antonio Vivaldi come progetto capace di intrecciare grandi interpreti, giovani talenti e comunità locali, trasformando la Calabria in un crocevia di bellezza, identità e respiro internazionale.
«Questo weekend ha dimostrato ancora una volta – sottolinea Giulio Melicchio, presidente dell’Associazione Cosenza Autentica APS – come la musica possa diventare strumento di coesione, capace di attraversare i territori e metterli in dialogo tra loro. Dal Pollino alla Sila abbiamo visto comunità partecipi, spazi storici rivivere e artisti di altissimo livello intrecciarsi con le nuove generazioni. È la conferma che il Festival Antonio Vivaldi non è solo una rassegna musicale, ma un progetto culturale che vuole rafforzare identità, promuovere bellezza e raccontare la Calabria al mondo».