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Accademia di Belle Arti presenta il secondo workshop del progetto “Condominio Mediterraneo”

L’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria presenta il secondo workshop del progetto “Condominio
Mediterraneo”, parte del programma PNRR Performing PRMG (1 giugno 2024 – 31 marzo 2026), di cui è
capofila l’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Il progetto, fortemente sostenuto dal direttore dell’ABARC Pietro Sacchetti e curato dal responsabile
scientifico prof. Marcello Francolini, si sviluppa come un work in progress da giugno 2025 a marzo 2026.
I dettagli del workshop con l’artista Adrian Paci saranno illustrati martedì 30 settembre alle ore 10.30,
durante la conferenza stampa di presentazione in Aula Magna.
«Il progetto – spiega il prof. Francolini – intende indagare il carattere performativo nelle arti contemporanee
attraverso processi partecipativi che coinvolgono artisti e studenti in un percorso comune di ideazione,
creazione e realizzazione. Per nove mesi l’Accademia diventa così un centro di ricerca e produzione di
situazioni che esplorano la performatività come qualità essenziale dei linguaggi dell’arte contemporanea».
Nel workshop con Adrian Paci (settembre 2025), un gruppo di undici studenti dell’ABARC ha lavorato sul
medium cinematografico, intrecciando video, fotografia e installazione ambientale.

«Adrian è un artista che esplora la condizione umana in transito, soffermandosi su temi come migrazione,
identità e precarietà, attraverso un linguaggio che unisce esperienza personale, finzione e immaginazione –
sottolinea il direttore Sacchetti – Nei suoi lavori alterna installazione, video, fotografia, pittura e
performance per indagare le dinamiche sociali, politiche e culturali del nostro tempo».
Il workshop ha portato alla riedizione dell’opera The Encounter (2011), riallestita sulla spiaggia di Favazzina,
dove l’artista ha incontrato gli studenti dell’ABARC stringendo loro la mano in modo simbolico. Un gesto
semplice ma fortemente metaforico, ripetuto fino a diventare rituale. Come in una processione laica, la
lunga fila di partecipanti ha ridisegnato lo spazio naturale della “Costa Viola”, trasformando la stretta di
mano in un segno di unione e tensione fra performer e contesto culturale, naturale e urbano.
La documentazione audiovisiva dell’azione è stata curata dalla prof.ssa Rosita Commisso con il gruppo della
Scuola di Cinema, che ha realizzato una video-performance come esito finale del progetto.

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