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Enzo Bruno (Tridico Presidente): “Meno burocrazia e più campo, la Calabria ha bisogno di un’agricoltura forte e libera di crescere”

L’agricoltura calabrese come patrimonio straordinario di energie, saperi e qualità: settore strategico troppo spesso trascurato, da recuperare e rilanciare con azioni concrete e non soluzioni tampone che riconcorrono le emergenze.

E per parlare di agricoltura e futuro, oggi a Soverato, Enzo Bruno, candidato al Consiglio regionale per l’Area Centro nella lista “Tridico Presidente”Enzo Bruno, ha visitato la sede di Confcoltivatori insieme al presidente Giorgio Amelio, raccogliendo esperienze, criticità e proposte degli agricoltori.

«Chi produce, chi presidia il territorio, chi lavora dall’alba al tramonto nei campi continua a scontrarsi con ostacoli burocratici insostenibili che rallentano lo sviluppo e soffocano le potenzialità del settore – ha affermato Enzo Bruno -. Bisogna dirlo chiaramente: la burocrazia è diventata il primo nemico degli agricoltori, e questo non è più tollerabile».

Le difficoltà non riguardano solo l’iter delle pratiche amministrative, ma anche l’accesso a servizi essenziali come la consulenza tecnica e i finanziamenti. «Troppo spesso – ha aggiunto Bruno – le distanze, sia fisiche che amministrative, si trasformano in barriere insormontabili. I nostri agricoltori si trovano costretti a percorrere strade infinite non solo in senso geografico, ma anche burocratico, per ottenere ciò che altrove viene garantito in tempi rapidi e con modalità semplificate. Non possiamo chiedere a chi lavora la terra di affrontare anche questa fatica, oltre a quella del sole e della pioggia, della semina e del raccolto».

Accanto a questi nodi, c’è l’urgenza ambientale. «Il tema dell’inquinamento – ha evidenziato il candidato – non può più essere derubricato a questione secondaria. L’inquinamento mette a rischio non solo le coltivazioni, ma l’intero equilibrio del nostro territorio: l’aria, l’acqua, la salute delle comunità. Servono controlli più rigorosi, investimenti su pratiche sostenibili e una rete di protezione che difenda chi produce rispettando l’ambiente».

Per Bruno la Calabria ha bisogno di un cambio di rotta netto e di una visione concreta: «Meno carta e più campo. Non servono altre promesse, servono strumenti reali per liberare l’agricoltura dalle catene della burocrazia e ridare dignità a un comparto vitale. La nostra regione ha bisogno di un’agricoltura forte, pulita e libera di crescere. Dobbiamo restituire fiducia agli agricoltori, riconoscere il loro ruolo di custodi del territorio e di produttori di qualità che portano la Calabria nel mondo».

Il futuro dell’agricoltura calabrese passa, quindi, dall’ascolto dei lavoratori, dall’eliminazione delle barriere inutili e dall’investimento in servizi vicini alle imprese. «Questa è la strada che intendiamo percorrere – ha concluso Bruno – perché non c’è Calabria senza agricoltura e non c’è futuro senza il lavoro e la dignità di chi ogni giorno, con le mani nella terra, tiene viva la nostra identità».

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