Riceviamo e pubblichiamo integralmente:
Caro Direttore , in relazione all’articolo pubblicato sul suo giornale il 4 settembre 2025 dal titolo Lavori su area vincolata a Vibo Valentia: sequestro preventivo per l’imprenditore Francesco Cascasi , quali difensori di Francesco Cascasi ci corre l’obbligo di segnalare l’esistenza di gravi inesattezze.
Il primo dato riguarda la consistenza dell’area di sequestro.
Non si tratta di una significativa opera di alterazione del territorio trasformato in gradoni in luogo di un preesistente declivio, con profonda alterazione dell’assetto morfologico della zona modificata in maniera permanente tramite terrazzamenti alti piu’ di 20 metri, con la prospettazione di pericolo ulteriore per i beni paesaggistici e demaniali”.
Il dato riportato dal suo giornale si riferisce alla preesistente contestazione che riguardava il sequestro di un area di circa diecimila metri quadri interessata da lavori di bonifica per essere destinata alla produzione di cipolla e piante grasse.
Sequestro annullato in via definitiva dal Tribunale del Riesame.
Il secondo dato riguarda la regolarità delle autorizzazioni rilasciate dal Comune di Briatico
Non è corretta la notizia secondo la quale In area sottoposta a vincoli sarebbero stati eseguiti imponenti lavori di sbancamento e movimentazione terra senza alcuna autorizzazione avendo lo stesso imprenditore presentato solo una Cila al Comune di Briatico per il livellamento e la rimozione delle sterpaglie.
Il TAR Calabria ha annullato l’ordinanza di sospensione dei lavori emessa dal comune di Briatico e ha riconosciuto , dopo aver espletato una verificazione sul posto, che non si tratta di imponenti lavori di sbancamento e movimentazione terra ma soltanto un livellamento del terreno e che i lavori sono stati legittimamente eseguiti con la CILA.
L’area interessata al sequestro costituisce una parte marginale del terreno, di metri 500 circa, interessata dalla messa in opera di paletti e rete di recinzione e riempimento dell’area perimetrale con strato di terreno vegetale.
Secondo il collegio peritale nominato dalla difesa , composto da un ingegnere , un geologo e un agronomo, si tratta una attività tipicamente agricola per la salvaguardia di tenuta dei terreni scoscesi come tale non suscettibile di alcuna autorizzazione.
La tesi non è stata condivisa dal Tribunale di Vibo Valentia che ha confermato il sequestro di questa porzione di area.
Inoltre l’articolo contiene alcune inesattezze anche sotto il profilo processuale.
Infatti la Corte di cassazione non ha confermato il sequestro preventivo e davanti alla stessa Corte di Cassazione non trovano riscontro gli elementi evidenziati dal Gip e dal Tribunale del riesame.
La Corte di cassazione si è limitata semplicemente a dichiarare inammissibile il ricorso proposto senza entrare nel merito delle ragioni che assistono il provvedimento di sequestro.
Distinti saluti
Avv. Giuseppe Altieri avv. Alessio Colistra