Familiari, amici, conoscenti e moltissimi ragazzini hanno ricordato la figura di Antonio Bellocco, ucciso a coltellate dal capo ultrà interista Andrea Beretta il 4 settembre 2024 in via Nino Besozzi a Cernusco sul Naviglio in provincia di Milano. La messa in suffragio del giovane rosarnese, ripresa integralmente da Klaus Davi (video online al link https://www.youtube.com/watch?v=BG_DzxEvf1g), si è svolta, a un anno esatto dal cruento assassinio, nella chiesa di San Ferdinando, nella Piana di Gioia Tauro, e si è divisa in due parti, la prima con la celebrazione di un rosario e la seconda con la funzione commemorativa vera e propria in onore di Antonio.
All’evento – si legge in una nota diffusa dal massamediologo – hanno partecipato decine di ragazzini che indossavano t-shirt nere con sopra impressa la foto di Antonio Bellocco e al termine della commemorazione hanno lanciato altrettanti palloncini in cielo a loro volta decorati con la foto di Bellocco. Sette di questi hanno poi composto la scritta “Toto vive” con otto palloncini a forma di lettere.
Il parroco di San Ferdinando, don Domenico Rizzi, ha più volte ricordato la figura di Antonio: “Celebriamo la Santa Messa questa sera in suffragio di Antonio, che è tornato alla casa del Padre esattamente un anno fa. Dio non ci ha creati come fotocopie ma siamo tutti unici e irripetibili. Lo possiamo constatare anche dal fatto che abbiamo interessi diversi, c’è a chi piace giocare a pallone, c’è chi il calcio non interessa per niente. Per Antonio diciamo insieme L’eterno riposo”.
Il suo ex allenatore alla Rosarnese, il professore Antonio Nucera, parla così del giovane Bellocco: “Io l’ho avuto come calciatore e sotto l’aspetto comportamentale ho visto una persona impeccabile. Fondamentalmente era un bravo ragazzo”.
Intanto, secondo quanto ricostruito da Davi, il potente clan Bellocco di Rosarno sarebbe diviso sull’opportunità o meno di vendicare l’omicidio dell’ex ultrà interista. Alcuni “vendicazionisti” sono convinti che una vendetta sia irrinunciabile mente altri più “attendisti” pensano che sia meglio aspettare la fine dei processi. Di certo c’è che la famiglia è profondamente scontenta dell’esito della sentenza di primo grado, cosa che è stata ampiamente fatta trapelare.
Inchiesta ultrà, Klaus Davi: “Divisioni nel clan Bellocco sulla vendetta”
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