L’ennesima disavventura ferroviaria vissuta nei giorni scorsi da una comitiva di turisti in viaggio nel nostro territorio, come riportato dalla stampa locale, non rappresenta un episodio isolato. È solo la punta dell’iceberg di un disagio quotidiano che riguarda migliaia di persone, costrette ogni giorno a convivere con un sistema di trasporti pubblici lacunoso, scollegato, spesso inaccessibile.
A denunciarlo è Michele Sapia, Segretario Generale della UST CISL Cosenza, che da tempo sollecita un intervento deciso sulla mobilità provinciale, con particolare attenzione a giovani e anziani e alla connessione tra aree interne e zone costiere. Se in altre realtà regionali del
Sud i treni vengono utilizzati regolarmente da studenti, lavoratori e pensionati, nella maggior parte delle realtà della provincia di Cosenza – soprattutto nei centri montani e lungo alcune zone della costa – residenti e perfino i turisti non hanno alcuna reale alternativa al mezzo privato. Nei mesi estivi, quando la movida si concentra sulle località balneari, la situazione si aggrava ulteriormente: chi non possiede un’auto è spesso costretto a rinunciare a esperienze sociali, eventi o semplici uscite serali. Al netto di sporadiche esperienze, i genitori diventano gli unici “mezzi pubblici” disponibili con evidenti disagi e rischi.
A tutto questo si aggiunge una rete ferroviaria obsoleta. Sulla fascia jonica i collegamenti da Cosenza verso la Puglia – da Rocca Imperiale fino a Taranto – sono quasi inesistenti. La tratta Cosenza–Crotone non è competitiva, con orari e tempi di percorrenza che non rispondono alle esigenze della mobilità reale. E poi, il nodo di Sibari continua a essere un esempio emblematico di mancata integrazione: le coincidenze sono rare o scomode, e un viaggio per raggiungere la Puglia può durare anche otto ore, quando ne basterebbero tre con una programmazione efficiente. A ciò si aggiunge la necessità di potenziare la tratta ferroviaria Sibari-Crotone affinché, in tempi brevi, diventi realmente operativa tutto l’anno, e non solo nel periodo estivo. Una linea efficiente è infatti essenziale per chi si sposta quotidianamente per lavoro o per accedere a cure presso strutture ospedaliere e sanitarie, in un territorio che non può più permettersi di restare isolato. Si auspica quindi un’accelerazione concreta degli interventi in corso, con l’obiettivo di rispettare i tempi previsti e garantire un servizio regolare e continuo lungo tutto l’arco dell’anno.
Sulla fascia tirrenica la situazione non è migliore, l’ultima corsa ferroviaria festiva per raggiungere il comune di Paola parte verso le ore 19.00, troppo presto per una giornata estiva o per chi rientra da altre località di mare. Poi alcune stazioni ferroviarie come Campora San Giovanni e Longobardi, pur ristrutturate, restano chiuse. E le storiche fermate di Cirella e San Nicola Arcella, scomparse da anni dalla geografia ferroviaria, continuano a essere ignorate nonostante il loro potenziale strategico per il turismo costiero.
Nel frattempo, l’assenza di collegamenti pubblici adeguati costringe famiglie e turisti a ricorrere all’auto privata, affrontando arterie stradali insufficienti e pericolose come la Crocetta o l’attuale “SS 106”.
Proprio in questi giorni si è appreso della mancata assegnazione dei fondi PNRR per l’Alta Velocità ferroviaria nel tratto che interessa la nostra realtà regionale. Al di là delle inevitabili letture politiche, ribadiamo che l’intera comunità provinciale ha diritto all’Alta Velocità così come alla buona viabilità per spezzare le catene dell’isolamento di alcune realtà e periferie anche solo per la mancanza di una corsa ferroviaria serale o di una coincidenza ben studiata.
Servono soluzioni immediate: orari più funzionali, collegamenti diretti tra aree interne e costiere, collegare la costa Tirrenica con quella Jonica, riattivazione e riqualificazione delle stazioni abbandonate, integrazione tra linee regionali e interregionali.
Inoltre, il nuovo servizio “Cedri Line” non basta a colmare i disservizi.
“In un territorio già provato da decenni di isolamento infrastrutturale – dichiara Michele Sapia – non possiamo più permetterci disattenzione e sterili polemiche e confusioni.
La mobilità è un diritto che riguarda tutti, la vita quotidiana delle persone, le opportunità dei giovani, la sicurezza delle famiglie e dei pendolari.
La buona mobilità, anche ferroviaria, non è un lusso ma rappresenta un fattore strategico che necessita di investimenti, pianificazione e programmazione adeguata e che può rappresentare un punto di svolta per i servizi e per i vari comparti produttivi, a partire dal turismo, dal terziario e dall’agroalimentare. Serve un cambio di passo, concreto, condiviso e rapido che veda tutti protagonisti per nuovi obiettivi, mettendo al centro confronto, opportunità e buon senso.
Per questo, rivolgiamo un appello forte e chiaro alle istituzioni, alla politica, al mondo dell’impresa, del lavoro, della cultura e a tutta la parte attiva e consapevole della società: è il momento di superare definitivamente un problema atavico che continua a connotare negativamente la nostra regione, rappresentando un pessimo biglietto da visita. Basta con il Far West dei trasporti: è ora di voltare pagina e di traghettare il nostro territorio verso un futuro fondato sull’innovazione, l’efficienza e la sostenibilità. Dalla marginalità all’avanguardia: è questa la direzione. Non è più rinviabile”.