Una Regione senza pace, la Calabria. La decisione del presidente della Giunta in carica, Roberto Occhiuto, di dimettersi a un anno dalla scadenza naturale della legislatura, e di ricandidarsi, e’ solo l’ultimo degli “scossoni” che da diversi anni stanno contrappuntando la vita politica e amministrativa calabrese.
Da 11 anni a questa parte, infatti, ci sono altri due precedenti di chiusura anticipata della legislatura, sia pure per motivi diversi. Il primo risale al 2014, quando l’allora presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, leader del Pdl, si dimise all’indomani di una sua condanna per fatti risalenti a quand’erano sindaco di Reggio Calabria: le dimissioni vennero ufficializzate a fine aprile 2014, un anno prima della scadenza naturale della legislatura, con le funzioni di presidente assunte dal vicepresidente Antonella Stasi.
Il ritorno alle urne avvenne a fine novembre 2014, con la vittoria del centrosinistra guidato da Mario Oliverio. Il secondo precedente risale a ottobre 2020, con la prematura scomparsa di Jole Santelli, di Forza Italia, la prima presidente donna della Regione Calabria e le funzioni di presidente assunte dal vice Nino Spirli’, della Lega.
In quest’ultimo caso il ritorno alle urne, rinviato piu’ volte a causa dell’emergenza Covid, avvenne praticamente un anno dopo, il 3-4 ottobre 2021, con la vittoria proprio di Occhiuto (Forza Italia).