Organizzata dal Panathon Club di Reggio Calabria presieduto dall’Avv. Irene Pignata si è svolta lo scorso 10 luglio al Circolo Tennis “Rocco Polimeni” di Reggio Calabria la conferenza sui Bronzi di Riace dal titolo “Tra scienza, fantasia e giornalismo d’inchiesta”. Sono stati invitati a relazionare gli studiosi Giuseppe Braghò, Paolo Montefusco e Riccardo Partinico tutti impegnati da molti anni in ricerche, pubblicazioni ed inchieste sulle due statue che ancora oggi sono avvolti da misteri e da inconfessabili segreti.
La manifestazione moderata dal prof. Saverio Verduci è iniziata con gli interventi per i saluti istituzionali del neo Presidente del Circolo Tennis “Rocco Polimeni” Avv. Ezio Privitera, del Presidente del Panathon Club di Reggio Calabria Avv. Irene Pignata, del Segretario regionale di Sport e Salute Dott. Walter Malacrino, della Prof.ssa Giuseppina De Marco dell’Accademia delle Belle Arti e dell’Assessore della Città Metropolitana Filippo Quartuccio. Presenti anche tra le autorità sportive e culturali della città il Presidente onorario del CT Dott. Igino Postorino, il Presidente dell’Ordine Equestre del Sacro Sepolcro Avv. Aldo Porcelli, il giornalista RAI Tonino Raffa, il Consigliere Nazionale del Panathlon Dott. Antonio Laganà, numerosissimi soci e consiglieri del Circolo Tennis ed altri giornalisti e fotografi.
La serata è stata ricca di notizie inedite, di approfondimenti sullo studio dei corpi e sull’identità fisica e personale delle due statue ed, infine, un “colpo di scena” riguardante l’esistenza del terzo bronzo e di un’inchiesta che susciterà forti clamori non solo in Italia ma anche all’estero, soprattutto in America.
Inizia a relazionare il prof. Riccardo Partinico proponendo i suoi studi anatomici sulle statue supportati dalle fonti storiche e dalle analisi chimiche, tecniche ed archeologiche diramate dal Ministero per i Beni Culturali. In definitiva Partinico sostiene con dati alla mano che le due statue raffigurano personaggi realmente vissuti, che non possono rappresentare personaggi mitologici, quindi neanche Eteocle e Polinice, che le due statue non possono far parte della stessa scena artistica perché sono state realizzate a trent’anni l’una dall’altra, per la differenza stilistica e della composizione dei materiali e dei particolari tecnici ed anche perché sono state realizzate da due equipe di artisti. Partinico ipotizza che la “Statua B” possa essere Pericle e la “Statua A” Temistocle supportando il suo studio con indizi precisi, coincidenti e concordanti che conducono ai due generali che hanno fatto diventare grande la Grecia del V sec. A.C..
A seguire il Prof. Paolo Montefusco che ha presentato alla platea la trama del suo libro Mithos riguardante i Bronzi di Riace. Si tratta di un romanzo storico ambientato nel V sec. a.C. che fa perno intorno alle statue avanzando teorie e ipotesi che potrebbero riscrivere la storia delle due (o meglio sette) sculture. La vicenda narrata ha suscitato l’attenzione degli addetti ai lavori, e Montefusco ha già ceduto i diritti cinematografici per un film di cui ha già pronta la sceneggiatura. Personaggi storici, come Pericle e Fidia e tanti altri, diventano per la prima volta personaggi di un romanzo che presto sarà un film. «Mythos è colui che porta l’acqua, fonte di vita e di sapere, a Kronos, dio del Tempo. Eutymos, personaggio principale del romanzo, è un guerriero locrese che per tre volte vince le olimpiadi; per questo è considerato un semidio, tanto che Pericle lo chiama proprio Mythos». Paolo Montefusco per alcuni capitoli di Mithos si inspirò ai racconti del Prof. Riccardo Partinico e del Prof. Giuseppe Braghò che incontrò 12 anni addietro quando da eccellente musicista decise di diventare anche scrittore.
Dopo gli interessanti interventi di Partinico e Montefusco è arrivato “il colpo di scena” finale. Il Prof. Giuseppe Braghò, autore della notissima ed interessantissima pubblicazione “Facce di Bronzo” che tanto successo ha avuto in questi anni anche in campo internazionale, ha presentato gli esiti della sua ultima inchiesta riguardo il ritrovamento delle due statue, le testimonianze relative ad una lancia ed uno scudo visti sulla spiaggia di Riace ed all’esistenza della terza statua. Gli indizi raccolti dallo studioso vibonese sono al vaglio degli inquirenti e potrebbero a breve portare a clamorosi sviluppi.
Il Prof. Giuseppe Braghò ha raccontato di come è venuto in possesso di tutta la documentazione custodita presso gli archivi del Museo di Reggio Calabria, ha descritto tutte le fasi assurde del ritrovamento e della denuncia presentata dal sub romano Stefano Mariottini ed ha concluso dicendo che desiderava offrire questa clamorosa notizia ai cittadini di Reggio Calabria affinché sollecitino i politici locali a lavorare per il bene di questa splendida città ed ha mandato in audio/ascolto la registrazione di una conversazione telefonica tra lo stesso Prof. Braghò ed un cittadino italiano residente all’estero, in rapporti lavorativi ed istituzionali con paesi europei ed intercontinentali, persona seria ed attendibile che ha voluto mantenere al momento l’anonimato per ragioni di sicurezza. Il testimone, nella telefonata intercorsa, riferiva chiaramente l’identità della persona che aveva trasportato il terzo bronzo di Riace in Florida, forniva numerose fotografie della persona indicata e del mezzo di trasporto e spiegava anche i motivi dell’intrico internazionale collegandoli ad un clamoroso sequestro di persona avvenuto in Calabria negli anni ’70 avente quali protagonisti Paul Getty ed una conosciuta famiglia mafiosa della Piana di Gioia Tauro in provincia di Reggio Calabria. Il Prof. Braghò non ha potuto rivelare altre informazioni perché è vigente il segreto istruttorio, ma quanto ascoltato al Circolo Tennis “Rocco Polimeni” di Reggio Calabria ha lasciato ammutolita la platea. Si spera che al più presto si possa conoscere la verità, tutta la verità.