“Un altro giovane operaio ha perso la vita in un cantiere edile in Calabria. Aveva solo 33 anni. È inaccettabile che nel 2025 si continui a morire di lavoro, per un malore probabilmente legato alle temperature roventi che da giorni flagellano la nostra regione. A cosa servono ordinanze, protocolli, normative e proclami se poi nessuno controlla e nessuno fa rispettare le regole? Troppe volte abbiamo denunciato, troppe volte siamo stati ignorati”. A chiederselo è il segretario generale della Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre, nel commentare l’ennesima morte sul lavoro avvenuta ieri in località “Fiuzzi”, nel comune di Praia a Mare, dove a perdere la vita è stato un giovane trentatreenne, A. M, sposato e padre di un figlio. “Chi ha presentato la patente a crediti come la panacea per fermare le stragi nei cantieri dovrebbe oggi assumersi la responsabilità – sottolinea il segretario generale della Fillea Cgil Calabria – di un fallimento colossale. Questa misura, priva di controlli reali e di un sistema sanzionatorio efficace, non ha evitato nemmeno una morte. È stato solo fumo negli occhi, propaganda sulla pelle degli operai. Servono controlli veri, investimenti seri nella sicurezza, formazione continua e il coinvolgimento attivo delle parti sociali. Non bastano spot politici e soluzioni di facciata: servono ispettori sul territorio, sanzioni per chi non rispetta le regole, tutele concrete per chi ogni giorno entra in un cantiere. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta dello Stato. E ieri lo Stato ha perso ancora. Noi – conclude Simone Celebre – non smetteremo di denunciare, Ma pretendiamo risposte immediate, perché nessun lavoratore deve più pagare con la vita il proprio diritto al lavoro”.
Celebre (Fillea Cgil Calabria) su ennesima morte sul lavoro: “Inaccettabile”
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