“La vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla” - Gabriel Garcia Marquez
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Borsellino, Falsetta (Templari Federiciani): “Oggi il peso della missione di Paolo”

Quella borsa visibilmente danneggiata ma dal peso sociale integro, un peso che non conosce unità di misura, tanto è l’impatto che è in grado di generare sulla società e sulla vita delle persone.
È quanto dichiara in una nota il Gran Priore per la Calabria del Sovrano Ordine Monastico Militare dei Cavalieri Templari Federiciani Filomena Falsetta, celebrando l’esposizione nel Transatlantico di Palazzo Montecitorio della borsa che Paolo Borsellino aveva con sè il giorno della strage di Via D’Amelio, e che vi rimarrà fino al 30 Ottobre, per poi essere spostata in Commissione Antimafia.
Un peso sociale enorme da sorreggere nelle mani dei cittadini – afferma – , che oggi risentono della presa intensa di quella borsa, che rifletteva quel forte desiderio di cambiamento e di impegno civile da parte di Borsellino.
È “il peso della legalità” quello della borsa di Paolo, un peso generato da quegli appunti che non hanno bisogno di agende, in quanto eternamente segnati sulla nostra pelle.
Dal sostegno alle vittime dei reati e ai loro familiari, con le quali Borsellino aveva un rapporto caratterizzato da profonda empatia e da un forte senso di responsabilità nel perseguire la memoria delle loro storie; all’introduzione del sistema premiale per i collaboratori di giustizia esteso ai reati mafiosi; al contrasto alla criminalità attraverso il potenziamento delle attività di intelligence e delle operazioni di polizia, che rispecchia la Sua visione fondamentale per il coordinamento interforze e culminata nell’istituzione della DIA; alla promozione di un’economia pulita attraverso la lotta al riciclaggio e all’infiltrazione mafiosa nell’economia legale; allo scioglimento dei consigli comunali infiltrati dalla mafia; al coinvolgimento della società civile e dei giovani, incoraggiando la loro partecipazione attiva.
Oggi, il peso della missione di Paolo e di
quella di Giovanni grava su ognuno di noi, ma se riusciremo a non farci schiacciare da esso, bensì ad interiorizzarlo e a condividerlo con la loro stessa forza interiore e il loro esempio di vita, potremo finalmente “sentire le nostre mani leggere”.

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