Martedì 25 febbraio, presso il terrazzo del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, si è tenuto il convegno di studi da titolo: “Nostra Donna del Consuolo – La Madonna dei Reggini”, primo appuntamento in programma per le celebrazioni in occasione del XXV anniversario dalla fondazione dell’Associazione dei Portatori della Vara di Reggio Calabria.
L’appuntamento è stato promosso dall’Associazione dei Portatori della vara “Madonna della Consolazione” Odv, dall’Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, dai Frati Minori Cappuccini di Calabria, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e con il patrocinio morale del Consiglio regionale della Calabria e della Città di Reggio Calabria.
Ad aprire l’incontro, il Coro Cenacolo Maria Consolatrice. Ad introdurre gli ospiti e moderare l’incontro il giornalista Francesco Chindemi che ha ricordato che l’evento, come il resto degli appuntamenti programmati, per espressa volontà dell’associazione organizzatrice, non nasce per festeggiare l’associazione o i portatori ma sono occasione per celebrare e rendere omaggio alla Madonna della Consolazione, patrona di Reggio Calabria.
Prima di entrare nel vivo dei lavori, i saluti di Mons. Pasqualino Catanese, vicario generale Diocesi Reggio Calabria-Bova, che ha sottolineato l’importanza del “momento storico”; la parola è poi passata al direttore del MArRC, Fabrizio Sudano, che ha ricordato lo straordinario patrimonio storico e culturale della città che comprende anche il culto mariano e i portatori; a rappresentare l’Amministrazione comunale il consigliere comunale e delegato del sindaco Marcantonio Malara che ha ribadito il massimo sostegno da parte del Comune a tutte le iniziative promosse. A rappresentare quelli che furono i primi portatori, padre Pietro Ammendola, guardiano del convento dei cappuccini dell’Eremo; infine il presidente dell’Associazione dei Portatori Gaetano Surace che, emozionatissimo, ha ricordato i tanti anni da portatore dei quali però non avverte il peso, al contrario spera siano ancora molti.
Il primo intervento è stato affidato a Mons. Salvatore Nunnari, vescovo emerito, fondatore e presidente onorario dell’Associazione portatori della Vara che, senza seguire alcuna scaletta dà fondo al tutto il suo sapere, e ripercorre la storia e la nascita della figura dei portatori e l’evoluzione della processione. A seguire l’intervento di Luciano Maria Schepis, scrittore, storico e direttore culturale dell’Associazione portatori della Vara, che ha dedicato il sui intervento proprio al quadro che raffigura la Madonna della Consolazione.
L’excursus storico-iconografico del dottor Schepis è contenuto anche all’interno del volume scritto dal titolo “Maria SS. Del Consuolo. La Madonna dei Reggini”. Schepis ripercorre l’evoluzione del culto sino a quando prese piede in Calabria nella prima metà del XVI, passando poi a parlare del dipinto donato dal nobile reggino Camillo Diano dedicato proprio all’Avvocata del popolo e dipinto da Nicolò Andrea Caprì o Capriolo, spiegando l’incertezza del cognome secondo le carte recuperate.
La composizione pittorica risente fortemente dei canoni della pittura bizantina trovando forte riscontro, infatti, nelle icone mostrate dal professore Daniele Castrizio, ordinario di numismatica presso l’Università di Messina. Il docente nella sua analisi dell’impianto iconografico del quadro ha messo in evidenza le similitudini evidenti con le icone bizantine, a cominciare dalla figura della Madonna con in braccio Gesù. La particolarità che rende ancora più affasciante e carica di mistero le origini di quest’opera è la posizione delle due figure che nella tradizione hanno il capo rivolto uno verso l’altra; mentre, il quadro che raffigura la nostra patrona presenta i volti dei due che divergono; una particolarità riscontrata in un’icona custodita al museo di Messina e che risulta provenire da Malta. Malta, fa notare Castrizio, come già accennato da Schepis è proprio la città nella quale si persero le tracce del quadro originario e dal quale si prese ispirazione per il dipinto oggi venerato.
Dopo una breve pausa allietata da un intermezzo musicale del coro Cenacolo Maria Consolatrice, la parola è passata al direttore del Museo diocesano Giacomo Oliva che concentra il suo dettagliatissimo intervento sulle radici bizantine della devozione e del culto mariano in Calabria. Una ricostruzione che però fa notare Oliva, risulta molto difficile dato l’esiguo numero di documenti esistenti. Significativo, per il direttore, il proseguire con la tradizione delle processioni, simbolo non solo di devozione ma soprattutto di affetto che riesce a coinvolgere il popolo in modo intenso.
Proprio su questo aspetto, di forte devozione e legame con il culto della Madonna della Consolazione si è concentrato l’ultimo intervento affidato al professore Daniele Cananzi, ordinario presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria – DiGiES. Cananzi, per sua stessa ammissione, tira un po’ le somme di quanto detto da chi lo ha preceduto. Ne risulta che la spiritualità post secolarizzazione è occasione per riscoprire il rapporto tra fede e devozione in una società, soprattutto la nostra, che non vuole fare a meno della devozione per il quadro della Madonna che nella divergenza dei suoi sguardi, che lo rendono caratterizzante, si riconosce.
A conclusione dei lavori, il presidente Gaetano Surace ha omaggiato i relatori con un cofanetto realizzato per l’occasione e che celebra la nostra Patrona contenente: il preziosissimo fazzoletto dei che i portatori, una medaglia raffigurante la Madonna della Consolazione con il logo realizzato Stellario Baccellieri e, per rendere omaggio proprio all’artista recentemente scomparso, otto cartoline che riportano alcuni acquerelli da lui stesso realizzato con soggetto proprio l’Avvocata del popolo reggino.
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Convegno di studi “Nostra donna del Consuolo-La Madonna dei Reggini” al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria
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