Per il naufragio di Cutro ci sono gia’ cinque persone condannate, mentre per altre sei il processo comincera’ a marzo. Si tratta di due distinti procedimenti, quello a carico degli scafisti del caicco Summer Love partito dalla Turchia e naufragato a Steccato di Cutro e quello che riguarda le presunte omissioni e ritardi nei soccorsi nel quale sono coinvolti militari della Guardia di finanza e della Guardia costiera.
Quanto agli scafisti, nel gennaio scorso la corte d’appello di Catanzaro ha inflitto una condanna a 20 anni di reclusione a Gun Ufuk, turco di 29 anni, confermando integralmente la sentenza di primo grado emessa il 7 febbraio dello scorso anno con rito abbreviato dal Gup del tribunale di Crotone per naufragio colposo, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e morte in conseguenza di altro reato. Sentenze di primo grado riguardano poi gli altri 4 scafisti.
A 20 anni di reclusione e’ stato condannato, nel luglio dello scorso anno, Mohamed Abdessalem, siriano di 26 anni, considerato il timoniere della barca, che aveva scelto il rito abbreviato. Il Tribunale di Crotone, quindi, nel dicembre scorso ha condannato altri tre imputati infliggendo 16 anni di reclusione ad Hasab Hussain (22 anni, pakistano); 11 anni, un mese e dieci giorni a Khalid Arslan (26 anni pakistano) e 16 anni a Sami Fuat (turco di 51 anni). Un altro siriano, Guler Bayram, di 35 anni, ritenuto essere uno degli organizzatori del viaggio e di essersi alternato al timone del Summer Love con Abdessalem, e’ invece deceduto nel naufragio.
Compariranno invece il prossimo 5 marzo davanti al giudice dell’udienza preliminare di Crotone Elisa Marchetto, invece, i sei militari, quattro della Guardia di finanza e due della Capitaneria di porto, accusati di naufragio colposo e omicidio colposo plurimo nell’ambito del procedimento che riguarda i presunti ritardi nei soccorsi e le presunte negligenze che si sarebbero verificate in occasione del naufragio. Davanti al gup del Tribunale di Crotone compariranno Giuseppe Grillo, capo turno della sala operativa del comando provinciale di Vibo Valentia della Guardia di finanza e del Reparto operativo aeronavale (Roan) delle fiamme gialle; Alberto Lippolis, comandante del Roan di Vibo Valentia; Antonino Lopresti, ufficiale in comando e controllo tattico nel Roan di Vibo Valentia; Nicolino Vardaro, comandante del gruppo aeronavale di Taranto; Francesca Perfido, ufficiale di ispezione in servizio nel Centro di coordinamento italiano di soccorso marittimo di Roma, e Nicola Nania, ufficiale di ispezione nel centro secondario di soccorso marittimo di Reggio Calabria.
Gravi negligenze, imprudenza e imperizia sono le accuse contestate dal sostituto procuratore della Repubblica di Crotone, Pasquale Festa, alle sei persone indagate. I profili di colpa ipotizzati a carico dei finanzieri attengono essenzialmente alle modalita’ esecutive delle azioni da svolgere in seguito all’avvistamento del natante.
In particolare e’ stata contesta l’omessa completa comunicazione delle difficolta’ di navigazione incontrate a causa delle condizioni meteomarine, nonche’ il ritardo nel predisporre le operazioni di intercetto del caicco, in assenza di un effettivo ed efficace monitoraggio radar”. Per quel che attiene invece ai membri della Guardia costiera – spiegano gli inquirenti – la contestazione ruota intorno alla mancata acquisizione di informazioni necessarie per avere un quadro effettivo di quanto la Guardia di finanza stava facendo cui conseguiva una carente valutazione dello scenario operativo e delle conseguenti disposizioni da impartire ai natanti della Guardia costiera che pure erano in condizioni di intervenire”.
Nell’avviso di fissazione dell’udienza preliminare sono citate ottanta parti offese, in gran parte i superstiti e i parenti delle vittime del naufragio.