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Donne camerunensi detenute in Libia, Amalia Bruni condivide e rilancia l’appello di Giovanni Manoccio: “Occhiuto intervenga presso il Ministero degli Affari Esteri”

“Nei giorni scorsi, Giovanni Manoccio, presidente dell’associazione ‘Don Vincenzo Matrangolo’ di Acquaformosa, ha lanciato un appello drammatico. Ha raccontato una storia che non può lasciarci indifferenti, una vicenda che ci interroga e ci chiede di agire. Quattro donne camerunensi, due mamme e due figlie, sono tenute prigioniere in Libia, vittime di un orrore che non possiamo più ignorare. Le loro famiglie, disperate, sono arrivate qui da noi, accolte dall’associazione Don Vincenzo Matrangolo, ma mentre i mariti e i bambini, piccolissimi, trovano riparo e sostegno, le donne sono ancora lontane, imprigionate da una realtà crudele che grida giustizia”. È quanto afferma la consigliera regionale del Partito Democratico, Amalia Bruni.

“È una delle tante storie di immigrazione che raccontano sofferenza, speranza e resistenza, ma quella di queste famiglie ha qualcosa che ci riguarda da vicino. Noi non possiamo fare finta di niente: quanto raccontato da Giovanni Manoccio, che si è fatto portavoce della disperazione dei mariti, ai quali è stato richiesto anche un riscatto, è una questione che ci tocca. È una tragedia che riguarda l’umanità, ma anche noi, qui, in Calabria, nella nostra terra”, afferma ancora Bruni.

“Proprio per questo, chiedo al Presidente della Regione Calabria di intervenire presso il Ministero degli Affari Esteri, affinché si mobiliti senza indugi e faccia ogni possibile azione per garantire la liberazione di queste donne, il loro ritorno a casa e il ricongiungimento con le loro famiglie. Non possiamo permetterci di restare passivi, non possiamo restare in silenzio davanti a questa ingiustizia”.

“In queste ore drammatiche, mentre le famiglie continuano ad aspettare, mentre l’associazione ‘Don Vincenzo Matrangolo’ offre un sostegno silenzioso ma fondamentale, dobbiamo ricordare che la Calabria non è solo una terra di accoglienza, ma è una terra di solidarietà e di umanità. Le nostre radici, la nostra tradizione di accoglienza, di vicinanza agli ultimi, ci spingono a non essere spettatori indifferenti, ma attori del cambiamento” – conclude Bruni. “La Calabria ha una forza che risiede nel suo cuore, nella sua gente, nella sua capacità di guardare oltre le difficoltà e di dare una mano a chi è in difficoltà. Questa è la nostra occasione per dimostrarlo. Perché, alla fine, il valore della nostra civiltà si misura proprio in momenti come questi, in cui la dignità di ogni persona si intreccia con il nostro impegno collettivo”.

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