“Noto che una parte non trascurabile del dibattito sulla sorte di Piazza del Popolo si è spostato dalle possibili soluzioni al fondamentale quesito di chi rappresenti il SUL nella vicenda. Domanda irrituale e, guarda caso, rivolta solo a noi e non a altri protagonisti noti dell’attuale dibattito. Chissà perché!
È opportuno comunicare, a questo punto, che al SUL, direttamente o per il tramite di colleghi e rappresentanti ambulanti, sono state consegnate 53 posizioni munite di conseguente indicazione del documento d’identità e un’altra decina senza questa segnalazione. Ovviamente, in ragione della legge sulla privacy, non divulgheremo il nostro elenco ma siamo pronti a darlo in visione all’Amministrazione Comunale.
Spero, con questa precisazione di aver accontentato qualche esponente della stampa d’assalto che, con fervore degno di miglior causa, mi ha ripetutamente posto questa inusitata domanda dimenticando, però, di porla anche a chi era presente all’incontro al di fuori della delegazione del SUL e che, poi, ha riportato la notizia falsissima che noi avremmo proposto lo spostamento a Gallico dell’attuale area mercatale. Ci sono le registrazioni che dimostrano il contrario e deciderò se avanzare querela a nome personale e del Sindacato per le affermazioni che mi sono state attribuite falsamente e forse dolosamente. Noto che a chi ha parlato a ruota libera non è stato chiesto alcun certificato di rappresentanza. Ogni membro dell’informazione può essere legittimamente schierato anche contro il SUL, ma la stampa dovrebbe essere, quando esercita il suo mestiere che non è quello di essere corifei di poteri presenti o presuntamente futuri, il primo vaglio critico di ciò che illustra. Spero, altresì, che sia soddisfatto il consigliere Ripepi che dimentica di essere stato presente a un nostro convegno sulla internalizzazione dei servizi comunali nel quale ha espresso liberamente la sua opinione e, perfino, il suo plauso al SUL per l’iniziativa. Allora non ci chiese chi rappresentavamo, forse perché la nostra posizione era critica verso l’Amministrazione Comunale. A riprova della nostra assoluta indipendenza e del nostro inveterato vizio di giudicare gli atti in base all’interesse di chi non ha voce.
Il SUL ha agito come il sindacato serio che è, avanzando proposte di soluzione discusse con gli ambulanti che hanno interloquito con noi e non perdendo tempo a mettere scioccamente in discussione la legittimità dell’atto di sospensione. Abbiamo, piuttosto, rilevato l’assenza di alternative tempestivamente individuate e sulle quali ci siamo dichiarati pronti alla collaborazione e a ufficializzare richieste e indicazioni precise su spazi agibili all’interno del quartiere, a pochi passi dalla Piazza della discordia.
Siamo convintissimi che si dovrebbe chiudere la concertazione con l’Amministrazione prima del pronunciamento del Consiglio Comunale che potrebbe approvare l’atto, rendendolo stabile ben oltre i sei mesi di sospensione, o rigettarlo qualora la minoranza riuscisse a conquistare voti al di fuori del proprio perimetro. Nell’un caso e nell’altro ci si troverebbe comunque di fronte alla necessità di una nuova regolamentazione del sito mercatale, ovunque sia ubicato, e nella richiesta perentoria di regolarizzare posizioni di evasione delle cartelle comunali per accedere al diritto dell’occupazione del suolo pubblico, a meno che il Sindaco e la Giunta non vogliano rischiare che un qualunque cittadino li porti in tribunale per danno erariale. Sarebbe un duro colpo per gli ambulanti senza la trattativa sul complesso delle cifre e sulla rateizzazione dei rientri che il SUL ha proposto all’Amministrazione Comunale ricevendo importanti aperture sulle quali lavorare. Non per caso notoriamente abbiamo messo il nostro commercialista convenzionato a disposizione degli ambulanti che volessero regolarizzare la propria posizione e chiudere il contenzioso con il Comune.
Queste ovvie considerazioni dovrebbero costituire il terreno su cui operare per chiunque. Noi continueremo a sostenere la necessaria contrattazione con la Giunta per chi intende rientrare nella legalità smarrita anche per cause oggettive, come la crisi COVID e post pandemia. Il resto sono
chiacchere e strumentalizzazioni di bassa lega a cui ci sottraiamo felicemente dopo questo dovuta chiarimento obbligato da argomentazioni artate, propagandistiche e fuori luogo che abbiamo avuto modo di ascoltare e leggere”.
Lo afferma Aldo Libri, segretario generale SUL Calabria.