di Paolo Ficara – “Dove sono le istituzioni?”. Se lo chiedeva uno dei personaggi del comico Toni Bonji, purtroppo non riproposto nell’ultima edizione di Gialappa Show. Ciò che continua ad accadere in via delle Industrie, non sappiamo più se somigli ad uno spettacolo comico piuttosto che drammaturgico. Il riferimento è al nuovo capitolo relativo alla Juniores: situazione ormai degna almeno di una serie tv, dopo i comunicati e controcomunicati – con tanto di querela – riguardo l’ormai ex tecnico Tobia Assumma.
Nella giornata di mercoledì, mentre la prima squadra era al “Granillo” proprio con due Juniores in panchina per la Coppa Italia contro l’Enna, dal Sant’Agata veniva chiesto ad alcuni ragazzi di non allenarsi e di lasciare il centro sportivo. I forieri della masnada, secondo il o i dirigenti preposti, dopo l’ammutinamento del giorno prima.
Alla vista di alcuni compagni che prendevano il borsone per andarsene, altri ragazzi hanno fatto altrettanto in segno di solidarietà e compattezza. Parliamo probabilmente dell’intera batteria 2007, elemento in più o elemento in meno. Al netto di chi era in panchina al “Granillo”. Un pomeriggio completato dall’idea di andare ad allenarsi per conto proprio in altra struttura nelle vicinanze, chiusa al pubblico ma facilmente violabile.
Ognuno può farsi la propria idea sulla vicenda. Il fatto grave e non opinabile, riguarda la totale assenza di avviso verso i genitori. Dato che parliamo di 17enni, e dunque minorenni. Prima convocati in sede con l’intenzione di comunicargli che non si sarebbero dovuti allenare. E poi lasciati allontanare dal centro sportivo, assieme ad altri compagni che di fatto hanno scioperato. Tutti ramenghi tra le zone di Gebbione e Ravagnese, senza che le famiglie venissero messe al corrente da chi avrebbe dovuto avvertirne la responsabilità.
Alcuni dei più alti rappresentanti delle istituzioni locali, hanno figli che giocano a calcio. Chi a livello di scuola, chi ha già fatto l’intera trafila proprio nel settore giovanile della Reggina. Se fosse accaduto a loro, da genitori? Come avrebbero reagito? A chi si sarebbero rivolti? Quale figura istituzionale ha il compito di verificare se al Sant’Agata, struttura concessa dalla Città Metropolitana, vengano applicate almeno le basilari regole civili nella gestione dei minorenni?
Persino Massimo Ferrero, apprendendo la problematica dalla lontana Roma, ha espresso il proprio dissenso al Dispaccio: “Oltre a non esserci una società dietro questi ragazzi, vengo a sapere che i 17enni vanno via – tuona l’ex presidente della Sampdoria – Sono stati cacciati inizialmente sei ragazzini. Perché non si sono allenati? La proprietà non vuole? Facciamo tanti bei discorsi sui giovani e poi, a Reggio, cosa succede? Sindaco, istituzioni, giornalisti, ditemelo voi”.
“Il presidente della Reggina dove sta? Cosa sta facendo? La vogliamo fare finita? – insiste Ferrero – Se questi signori hanno voglia di passare la mano, alzate la mano destra e vediamoci. Ho fatto un film che si chiamava Fatti più in là. Non voglio fare quello che straparla, ma serve rispetto per i tifosi”.
Intanto da Reggio Calabria, qualche mascalzone ha suggerito alla Nocerina di verificare la bontà del tesseramento di Marko Rajkovic con il Brindisi. Nell’ultimo turno del girone H, il pugliesi hanno piegato i molossi proprio grazie ad un gol del serbo. Davanti ad un preavviso di reclamo, il Brindisi ha subito mostrato le carte che attestano la regolarità del tesseramento. Probabile che la Nocerina rinunci al ricorso.
Ma questa brutta figura non è la prima, e forse nemmeno l’ultima sulla questione Rajkovic: medesima meschina quanto infondata segnalazione sarebbe stata soffiata nell’orecchio anche al Nardò, prossimo avversario proprio del Brindisi.