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Le sfide dell’agricoltura calabrese tra innovazione e sostenibilità secondo la presidente di Confagricoltura Cosenza

Paola Granata, Presidente di Confagricoltura Cosenza, ha tenuto al Rotary Club Cosenza Nord una conversazione sullo stato dell’agricoltura in Calabria.
Presentata dalla Presidente Antonietta Converso, giovedì scorso all’hotel Europa, la relatrice ha parlato dei progressi che l’agricoltura calabrese ha registrato negli ultimi anni in termini di qualità, di innovazione e di sostenibilità ambientale ed umana.
Migliaia di aziende piccole e medie lavorano con passione e competenza – non solo quella tramandata dai padri, ma aprendosi a ricerca e nuove tecnologie rispettose di ambiente e salute- così arricchendo il patrimonio di sapienze ed eccellenze che è dell’intera nazione. I risultati danno conto, tra l’altro, di una regione è seconda solo alla Puglia per quantità di olio prodotto, mentre una nota di merito va assegnata al Cosentino per essersi meglio organizzato per andare sui mercati nazionali e internazionali, come testimonia il successo delle clementine.
Non mancano, però, le negatività: la concorrenza sleale dei prodotti che arrivano da altre nazioni a prezzi più bassi pur senza una qualità comparabile a quella italiana e calabrese; la incapacità propria della nostra regione di fare rete e creare Consorzi di produttori che difendano prezzi e valore della terra e del lavoro; la scarsa riconoscibilità delle specificità calabresi sulla scena nazionale.
Paola Granata ha lamentato, ancora, la disattenzione di fatto, da parte del mondo politico verso un settore fondamentale come quello agricolo, mentre occorrerebbero misure mirate a sostegno delle aziende che affrontano sfide tanto importanti quanto gravose.
Attorno ai temi toccati si è sviluppato un interessante dibattito con i soci e l’Assistente del Governatore Sergio Nucci, presente alla serata il Governatore eletto Dino De Marco.
In conclusione, ad essere tirati in ballo sono stati i consumatori. Terminali del complesso processo che nasce dalla terra, passa dalle aziende ed è indirizzato ai mercati, sta nelle loro scelte il potere di condizionare produttori, politica e grande distribuzione nella ricerca del meglio, della qualità reale, contrastando la contaminazione da parte di altri mercati non all’altezza degli standard nazionali.

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