“Porta la data del 20 novembre ’24 la norma OMNIBUS approvata dal Consiglio Regionale della Calabria che, oltre al suscitare gattopardiana memoria, prevede una miscellanea di provvedimenti atti solo a salvare poltrone e scranni già occupati ed occupandi.
Nessuno dei provvedimenti approvati risulta idoneo al miglioramento sia del servizio sanitario sia del servizio idrico se non quello di cancellare posti letto ospedalieri piuttosto che potenziarli e, per quanto inerente alla gestione idrica, assumere toni piuttosto minacciosi e ricattatori verso l’utenza.
L’autoincensamento del Governatore riguardo al sistema sanitario calabrese è la chiara dimostrazione che il “collasso” è volontariamente insanabile ed a nulla valgono i proclami riguardo all’efficientamento del personale medico facendo scendere in campo Cuba, alimentando altresì quella che noi consideriamo una nuova forma di tratta umana in camice bianco che tiene conto solo del risparmio delle spese per sanare un debito che annovera uscite poco trasparenti (vedi i milioni pagati da oltre un decennio alla società investita del controllo delle spese) e va a discapito dei cittadini che sono progressivamente investiti da aggravi economici considerevoli per dribblare le interminabili liste d’attesa.
Ricorrere all’housing sociale piuttosto che ripulire e rilanciare e potenziare le ASP sciolte per infiltrazione mafiosa solleva non pochi dubbi sulla reale destinazione delle strutture.
La situazione diventa ancora piu’ grottesca riguardo alla gestione del servizio idrico se si considera oltretutto che l’assorbimento “sui generis” di CONGESI da parte di SORICAL è la chiara intenzione di far solo cassa senza il corrispettivo in termini pratici poiché i comuni coinvolti non necessitano di APP virtuali ma di servizio reale e continuativo, e se il presidente Calabretta minaccia ritorsioni verso i contribuenti, violando la carta dei diritti umani (IL DIRITTO ALL’ACQUA – art.3 della “Dichiarazione Universale dei diritti umani”- NEL DIRITTO COSTITUZIONALE ITALIANO ED IN QUELLO EUROPEO) dovrebbe anche erudirsi su quanto sancito dalla Corte di Cassazione avverso i danni patrimoniali e non patrimoniali causati dall’interruzione del servizio che riconosce all’utenza il diritto al risarcimento.
Da sempre consideriamo l’ente regione un inutile carrozzone nel quale si disperdono risorse economiche che potrebbero essere impiegate a migliorare il territorio ed auspichiamo un riforma Nazionale per l’abrogazione dello stesso”.
Lo afferma in una nota Paola Turtoro, Dirigente Regionale EXIT CALABRIA.