Percorrere l’Aspromonte da un versante all’altro, in una sola giornata, come fece nel primo decennio del 1900 Norman Douglas, scrittore inglese. L’impresa, perché tale è, è stata narrata nel volume “Old Calabria” ed ha sempre incuriosito gli escursionisti. Per provarne la fattibilità, dopo oltre un secolo, Alfonso Picone Chiodo, scrittore e promotore tra i più attivi della nostra montagna, ha composto una squadra di escursionisti che ripercorrerà le orme di Douglas. Picone non è nuovo a imprese del genere. Nel 1986 avviò l’esplorazione dell’Aspromonte con la risalita in contemporanea da parte di 3 squadre di escursionisti delle tre fiumare più imponenti e impenetrabili: Amendolea, la Verde e Bonamico. L’anno dopo inventò Ionti ’87: dallo Ionio al Tirreno valicando l’Aspromonte. Iniziative che ebbero risonanza nazionale con articoli sulle principali riviste del settore e che servirono a promuovere un’immagine finalmente positiva di una terra sino allora marchiata dai sequestri di persona.
Ma l’Aspromonte continua a offrire stimoli per nuove avventure. Ed ecco la traversata in un solo giorno sulle tracce di Douglas.
Una vera impresa come confermato dalla difficoltà che Douglas ha a Delianuova, la sera prima della traversata, nel trovare una guida che lo conduca sino a Bova. Tutti gli ripetono “A Montalto sì, a Bova no”. Infine, trova una guida sulla cinquantina che l’accompagna sino a Bova. Giunto alla Chora si concede una sosta per gustare del vino e intrattenersi con il prete, il notaio e altri abitanti che parlano greco. Decide infine di scendere alla stazione di Bova Marina e trova una seconda guida, “un giovane”, col quale, durante il cammino, parla, “in fluido greco-bizantino, delle faccende del suo villaggio”.
Nel suo diario Douglas così sintetizza la traversata: “Il viaggio da Delianuova a Bova, passando per … Montalto, non è raccomandabile per ragazzi o persone di salute delicata. A parte un riposino di 45 minuti, mi ci vollero 14 ore per raggiungere la città (Bova), e poco meno di 3 da qui alla ferrovia. Non v’è un solo tratto piano in tutto il percorso, e sebbene la mia guida abbia sbagliato strada 2 volte, e quindi è probabile mi abbia fatto perdere un po’ di tempo, dubito assai che un buon camminatore … riesca a coprire la distanza in meno di 15 ore.”
Il gruppo di moderni escursionisti che intende replicarla, da alcuni mesi ha compiuto sopralluoghi su tutte le frazioni del percorso: Delianuova¬-Montalto, Montalto-Pedimpisu, Pedimpisu-Bova, Bova-Bova Marina. Ogni frazione (o sub frazione) vedrà la presenza di un accompagnatore esperto del territorio, che affiancherà gli escursionisti. Ma il ruolo di tale figura non sarà solo di guida bensì coinvolgerà soggetti che operano per la promozione dell’Aspromonte.
Nello specifico:
Frazione Delianuova-Carmelia guidata da Pino Perrone dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, Sezione di Reggio Calabria. Ogni anno, la sezione, ricorda a settembre i paracadutisti della Divisione Nembo caduti durante l’ultimo conflitto mondiale per uno scontro con le forze anglo-canadesi, in Aspromonte ai piani di Zillastro. Con una marcia, partecipata da tutta Italia, ripercorrono il tracciato all’epoca seguito dalla Nembo.
Frazione Carmelia-Montalto guidata da Antonio Barca dell’Associazione Asper. Il sodalizio opera a Delianuova dal 2005 con giornate ecologiche, escursione in più giorni da Delianuova a Bova, convegni e collaborazioni con gli Enti locali.
Frazione Montalto-Pedimpisu con guida Pasquale Criaco di “Insieme per Africo”. L’Associazione gestisce il rifugio “Carrà”, nei pressi di Africo Vecchio e custodisce il vecchio paese e la chiesetta di San Leo. Diverse le iniziative, culturali e ambientali, organizzate ad Africo Nuovo.
Frazione Pedimpisu-Bova con Angelo D’Aguì e Mario Petrulli di Naturaliter. La cooperativa, nata nel 1994, propone viaggi a piedi nelle Aree Protette del meridione d’Italia ma anche all’estero. Un’importante realtà che offre turismo sostenibile.
Frazione Bova-Bova Marina guidata da Pasquale Callea di Porpatima Trekking. L’associazione si è distinta per aver recuperato una tradizione, quella del pellegrinaggio il 5 maggio per la festa di San Leo, che vede decine di pellegrini percorrere a piedi, alcuni scalzi, i 10 km da Bova Marina alla Chora (Bova).
Un evento quindi corale che mette insieme storia e natura. Un connubio che negli ultimi decenni si è rivelato sempre più carta vincente per promuovere un’immagine diversa di una montagna spesso ingiustamente penalizzata ed oggi, più che in passato, risorsa da valorizzare.