Il Teatro del Grillo di Soverato è pronto ad accogliere il pubblico per la nuova stagione che prenderà il via domenica 3 novembre con l’attesissimo spettacolo NON SI FA COSI, il testo di Audrey Schebat che alterna rabbia e umorismo, con una forza insolita, scuote i suoi personaggi, divertendo ed emozionando il pubblico.
Stagion lieta è il claim della stagione 24/25, “proprio a rappresentare la spensieratezza, la giovinezza, l’attesa di un futuro e il piacere di goderne” – si legge nella nota del Teatro diretto da Claudio Rombolà. “Un invito a fermarsi per godere del presente, interrompere una insensata corsa che uccide il tempo” – continua – “riflettere sulla nostra condizione umana”.
Si parte dunque il 3 novembre con la splendida LUCREZIA LANTE DELLA ROVERE che, in compagnia di ARCANGELO IANNACE, presenta una novità assoluta di Audrey Schebat, NON SI FA COSÌ. Francesca e Giulio, coppia apparentemente solida, si trovano in crisi quando Francesca, pianista di fama, torna da un viaggio e scopre Giulio, psicoanalista, sul punto di compiere un gesto estremo. Colpita dall’improvvisa decisione di lui di abbandonare tutto, senza spiegazioni, Francesca cerca di comprendere la situazione. La commedia si svolge in una notte in cui i due devono affrontare la loro vita e la loro relazione, mettendo in discussione scelte e desideri. Riflettono su come le routine e i successi possano diventare trappole. Davanti al dolore, possono soccombere o trovare la motivazione per riaccendersi e rivelarsi. Una sola notte per decidere: lasciarsi o amarsi di nuovo, reinventando il proprio destino.
Il 24 novembre è la volta de LA PROVA, prodotta dal Teatro dei Filodrammatici Milano, che abbiamo già potuto ammirare nell’esilarante spettacolo NERD’S. Una commedia che esplora le dinamiche di genere sull’onda del movimento #metoo. Fede dirige un’agenzia di comunicazione e, insieme all’amico Edo, deve ideare uno spot contro la discriminazione femminile. Tina, la creativa chiamata per il progetto, rifiuta l’offerta a causa di un comportamento sgradevole di Fede: una carezza inquietante sulla spalla nuda durante una cena. Potrebbe questo gesto inchiodarlo come un predatore? La prova è una commedia spiazzante che fa esplodere una sassaiola di battute senza esclusione di colpi intorno al paradossale gioco di ruoli tra maschio e femmina, una commedia che scava in profondità nei pregiudizi e nei giochi di ruolo; un testo sulle opinioni confuse per verità assolute con sguardo satirico.
L’ 8 dicembre, una signora del teatro italiano, OTTAVIA PICCOLO, accompagnata da 6 solisti dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, ricorda MATTEOTTI – Anatomia di un delitto nel centenario dell’assassinio. Un testo di Stefano Massini con la regia di Sandra Mangini. Il 10 giugno 1924, alle quattro e mezza del pomeriggio, alcuni testimoni assistono a una colluttazione in auto e vedono espellere quello che sarà riconosciuto come il tesserino del deputato Giacomo Matteotti. Questo lavoro ripercorre l’ascesa del fascismo, che Matteotti comprese in tutta la sua gravità, mentre molti altri non vollero vederlo. Il vero pericolo è quello che non si avverte mentre cresce. Matteotti, oppositore e pacifista, si batté instancabilmente con parole che smascheravano il regime, per questo fu ucciso. Tempesta, così lo chiamavano. Uno col sangue caldo. Sempre stato. «Io, il mio discorso l’ho fatto. Ora voi preparatevi qualcosa da dire al mio funerale».
Il 22 dicembre chiude l’anno con il piacevole ritorno al Grillo di GIANFELICE IMPARATO che insieme con Alessandra D’ambrosio presenta LA FELICITÀ del brillantissimo Eric Assous. Luisa e Alessandro, non più giovani, trascorrono la notte insieme dopo un primo incontro. Al risveglio, devono affrontare le insicurezze: sarà l’inizio di un rituale condiviso o solo un incontro casuale? Entrambi hanno vissuto situazioni simili: Luisa è separata e Alessandro, in attesa di divorzio, ha tre figlie. In una commedia piena di bugie e colpi di scena, Eric Assous esplora l’amore maturo, interrogandosi se possano ancora trovare la felicità in una relazione. Il testo, un atto di circa 90 minuti diviso in cinque quadri, racconta sei mesi della loro storia, dal primo incontro al giorno del matrimonio. I passaggi tra i quadri sono accompagnati da musica e cambi di luce, con pochi elementi scenici per enfatizzare la profondità e la comicità del dialogo. L’ultima battuta del testo sottolinea che, anche se non hanno più vent’anni, hanno ancora diritto alle illusioni: “La felicità ci sembra un miraggio, ma è molto semplice. È alla portata di tutti. Saremo felici, vedrai.”
Il 12 gennaio 2025 ANTONIO CATANIA, per la prima volta al Grillo, presenta AZZURRO, stralci di vita, dall’ultimo libro di Curzio Maltese, in cui il grande giornalista, colpito da una malattia, riflette sulla sua vita e sulla storia dell’Italia degli ultimi sessant’anni. Attraverso uno stile ironico e coinvolgente, Maltese racconta episodi significativi della sua esistenza, dalle esperienze infantili negli anni del boom economico agli eventi drammatici come la bomba di piazza Fontana, fino agli incontri con figure iconiche della cultura italiana. Il racconto è pensato per essere adattato in scena, con una scenografia che evoca un cinema e attraverso proiezioni video e musica, permette all’attore di esplorare diverse dimensioni narrative. L’attore Antonio Catania è scelto per interpretare la complessità e l’ironia di Maltese, affiancato dalla musica di Nicola Piovani, suonata dal vivo da Sergio Colicchio, che arricchisce l’esperienza emotiva del racconto. La narrazione si muove tra il riso e la commozione, offrendo una riflessione profonda sulla vita e sulla società.
Il 2 febbraio “CENTRAL PARK WEST” di Woody Allen con ANTONELLO AVALLONE e altri 4 valentissimi attori. Quattro cinquantenni ricchi e affermati si trovano invischiati in un turbinìo di tradimenti sentimentali. Forse in questo modo cercano di trovare il segreto della felicità. Dialoghi scintillanti, battute fulminanti, una commedia che non si allontana molto dai cliché di Allen, forse più caustica e sicuramente poco conosciuta. Allen utilizza i suoi personaggi per far uscire il peggio della vita, ovviamente in maniera sempre ironica, a tratti assurda e paradossale, permettendoci di ridere su questo spaccato di vita, se vogliamo, tutto sommato, anche realistico. Esilarante.
Comincia il 2 marzo con Dora in avanti di Domenico Loddo con Silvana Luppino una sezione dedicata a tre fra le migliori compagnie del panorama regionale professionale. Dora in avanti è un gioco serio che esplora la vita attraverso le parole. Al centro c’è Dora Kieslowsky, protagonista e antagonista della storia, che rimane ferma mentre oscillando sull’altalena riflette sul suo passato. Usa una canzone per rivivere il momento in cui il suo mondo è crollato, simbolizzando un’inerzia che la tiene intrappolata in un eterno fermo immagine. Dora rappresenta i nostri fallimenti come figlia, moglie e madre, diventando uno specchio delle nostre sconfitte e della vita vera.
La speciale sezione va vanti Il 9 marzo con Anatomia dell’inquietudine di e con Emanuela Bianchi. Inquietudine, negazione della quiete: una vibrazione, una corrente, che attraversa il corpo, una percezione della mente che incrina discretamente la tranquillità. Uno stato di scomodità che punge, che non si conforta nella staticità dell’essere, perciò l’inquietudine è anche voce del desiderio di una vita significativa. Dietro l’inquietudine c’è una trama segreta: la speranza. Una speranza che viene costantemente disattesa nei territori di un Sud sospeso nella sua attesa, nel continuo gioco del restare o del lasciare, del mantenersi integro nelle sue radici per poi svendersi all’omologazione globale. Un sud inquieto come il mare che lo bagna, con anime inquiete che lo abitano e lo rivendicano…che questa sia la sua forza per un futuro più sereno? Lo spettacolo con un linguaggio fortemente simbolico si fa interprete del desiderio e della necessità di abitare i luoghi.
Il 16 marzo, è la volta di Via del Popolo, Premio Ubu 2023 come “Miglior nuovo testo italiano” e Candidato a Le Maschere del Teatro Italiano 2023 come “Migliore novità italiana”. Scritta e interpretata da Saverio La Ruina, Via del Popolo è un’opera autobiografica ambientata in un tratto di strada di una cittadina del Sud. La pièce racconta il cambiamento della società attraverso il cammino di due uomini: uno del presente e uno del passato. Mentre il primo percorre duecento metri in due minuti, il secondo impiega trenta minuti, evidenziando la trasformazione della città e della società globalizzata. La Ruina esplora il suo percorso di crescita della sua città, riporta in vita personaggi e situazioni del passato, misurando la distanza con la contemporaneità, segnata da centri commerciali e crisi sociale. La strada diventa un palcoscenico della memoria, con il tempo come protagonista, simile all’orologio di Dalì. Via del Popolo narra di appartenenza a un luogo e a una comunità e rappresenta un percorso di formazione, in cui si intrecciano temi di identità, rapporti familiari, e iniziazione alla vita.
Per concludere, il 26 marzo, un evento di levatura internazionale con CRISI DI NERVI, “Premio Miglior regia” alle Maschere del teatro Italiano 2024. Il maestro PETER STEIN, uno dei registi più innovativi e prestigiosi del teatro mondiale dirige una straordinaria compagnia in Crisi di nervi, tre atti unici di Anton Cechov, uno spettacolo di intensa bellezza visiva e fascino narrativo. Nei tre atti, i personaggi sono preda di crisi di nervi, malattie, attacchi isterici e litigi. Ne “L’Orso”, un duello si trasforma in una proposta di matrimonio. Ne “I Danni del Tabacco”, un oratore racconta la sua vita misera. Ne “La Domanda di Matrimonio”, un aspirante sposo affronta eventi comici. Un viaggio nell’opera di Cechov, resa viva dalla genialità di Stein e dal talento di uno straordinario cast (nel quale brilla la grandissima MADDALENA CRIPPA), che ha incantato e divertito il pubblico dei maggiori teatri italiani.