“Le recenti dichiarazioni di Francesco Cannizzaro e Rossano Sasso al Teatro Cilea per i festeggiamenti dei due anni di governo Meloni, rappresentano l’ennesimo tentativo della destra di colpire il sistema giudiziario, mettendo a rischio i diritti dei cittadini comuni. Quando politici di governo si scagliano contro la magistratura, non stanno semplicemente lanciando invettive: indeboliscono uno dei pilastri della nostra Repubblica, rischiando così di creare una magistratura a servizio del potere.
L’indipendenza della magistratura, sancita dalla nostra Costituzione, non è un principio astratto: è il meccanismo che permette a chiunque di avere voce e diritti anche contro i poteri forti. Quando la destra sostiene la necessità di “separare le carriere” dei magistrati o si scaglia contro le cosiddette “toghe rosse”, quello che davvero desidera è indebolire un sistema che deve garantire parità davanti alla legge.
All’interno di un paese che voglia continuare a considerarsi uno Stato di diritto, la magistratura è uno dei poteri fondamentali che permette anche ai più deboli di opporsi ai soprusi e di ottenere giustizia, proteggendoli dal dominio degli influenti e dal rischio di abusi.
Quello che è in gioco, infatti, non è solo l’autonomia della magistratura, ma il diritto a una giustizia imparziale. Mentre il governo attacca spudoratamente la magistratura, i cittadini rischiano di perdere l’unico argine capace di tutelarli dai soprusi dei potenti. Se la giustizia viene subordinata a interessi politici, cosa resterà di un sistema che dovrebbe difendere il cittadino dai soprusi, dai privilegi e dalle ingiustizie dei poteri forti?
Non possiamo permettere e mi auguro nessuno auspichi una giustizia subordinata all’indirizzo politico del momento. È inaccettabile che chi detiene il potere possa credere di poter decidere come applicare la legge, come nel caso della Giudice Silvia Albano. La magistratura indipendente non è solo un valore costituzionale: è la garanzia concreta che protegge ogni cittadino dalle prepotenze di chi pensa di essere al di sopra della legge.
In questo contesto, è ancor più grave e significativo che il governo abbia scelto di abolire il reato di abuso d’ufficio, un crimine spesso commesso da chi gestisce risorse pubbliche o opera a favore di interessi personali, spesso a scapito della collettività. L’abolizione dell’abuso d’ufficio non rappresenta affatto una tutela per i cittadini, come vorrebbero farci credere: è piuttosto un vantaggio per chi siede ai vertici delle istituzioni, lasciando scoperti e senza giustizia coloro che, in buona fede, subiscono le conseguenze delle azioni del potere.
Invitiamo i cittadini a unirsi a noi nella difesa di un sistema giudiziario equo e indipendente, pilastro insostituibile per il bene comune e per un’Italia in cui tutti, nessuno escluso, possano essere rappresentati e protetti”.
E’ quanto si legge in una nota di Francesco Nicolò, segretario della sezione ‘Rose Luxemburg’ di Sinistra Italiana a Reggio Calabria.