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Bentivoglio dopo l’attentato: “Io non ho paura. Continuerò a denunciare, sempre”

”Le mafie non dimenticano, hanno una memoria da elefante. Ho fatto altre denunce, sono molto preoccupato e deluso. Non so più se qualcuno leggerà quello che scrivo. Ma io non ho paura”.

Così all’Adnkronos Tiberio Bentivoglio, testimone di giustizia che ha denunciato il racket e che nei giorni scorsi ha subìto l’ennesimo attentato in un terreno di sua proprietà. Ignoti, infatti, hanno tagliato la rete di recinzione ad Orti, frazione di Reggio Calabria e hanno dato fuoco a un frutteto – secondo quanto rilevato dal Ris dei carabinieri – con della benzina.

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”Qualcuno vuole ancora mettermi in ginocchio – prosegue l’imprenditore -. Io non mi fermo, vado nelle scuole, giro tantissimo, non solo in Calabria. Quando i ragazzi mi chiedono conto dei fatti, io non sono omertoso, non nascondo nulla, faccio nomi e cognomi. Dico loro che scegliere di non pagare il pizzo non è sufficiente. Bisogna denunciare. Forze dell’ordine e magistratura sono ormai i miei compagni di viaggio. Continuerò ad andare dai carabinieri e in Questura, sempre”. A novembre è in programma l’udienza per la decisione in merito alla riassegnazione della scorta, che gli era stata revocata dal ministero dell’Interno ad aprile scorso, revoca contro la quale Bentivoglio aveva fatto ricorso al Tar del Lazio ottenendone la sospensione.

”Voglio che me lo mettano per iscritto perché me l’hanno revocata – incalza Bentivoglio – perché quando io chiedo se si è riusciti a sapere chi mi ha sparato, mi rispondono che ci sono solo indizi su delle persone e quindi può essere che chi mi ha sparato abiti di fronte casa mia, vicino al mio negozio. Ecco, in questo caso la paura c’è, soprattutto per la tranquillità della mia famiglia”.

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