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“Seminario Giuridico contro il femminicidio” nel Crotonese

Un Seminario Giuridico contro il femminicidio per giorno 23.06.2022 ore 17:30 a Ciro’ Marina e per giorno 14.07.2022 a Rocca di Neto ore 17:30. Accreditato e patrocinato dal Consiglio dell”Prdine degli Avvocati di Crotone con 8 Crediti formativi di cui 4 in deontologia ed il patrocinio della prestigiosa Unicusano Crotone / Università Niccolò Cusano in Calabria, del direttore Dott. Cav. Leonardo Maria Rocca. Moderato e Introdotto dall’Avv. Salvatore Rocca Consigliere Coa Crotone, membro della Commissione formazione & Cultura e Presidente del Movimento Forense di Crotone.

Ci sarà la partecipazione del Presidente della sezione Penale del Tribunale di Crotone dott. Massimo Forciniti già consigliere del Csm, del Prof. Domenico Bilotti, del Prof. Paolo Carnuccio e degli Avv.ti Francesco Iacopino, Teresa Paladini, Stefania Leotta, Silvana Tassone, Maria Stefania Arcuri, Elisa Barretta, Teresa Battigaglia, Flaviana Leonardi e del Got Avv Raffaela Dattolo, oltre che dei colleghi Fabio Mungari e Pietro Durante.
L’Avv. Rocca , “Il Fenomeno delle violenze domestiche, fisiche e psicologiche, principalmente sulle donne è di dimensioni allarmanti, sia per il numero delle vittime, sia per l’elevatissima percentuale dei casi non denunciati, proprio in ragione della caratteristica di inabissamento delle vittime sottoposte a violenze e timorose di una rivittimizzazione sociale nel caso in cui le vicende che le riguardano diventino pubbliche.

La Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, Convenzione di Istanbul, (ratificata in Italia con Legge del 27 Giugno 2013) riveste un’importanza rilevante a livello internazionale, perché rappresenta il primo strumento al mondo “giuridicamente vincolante” volto a creare un quadro normativo completo a prevenire il diffondersi di ogni forma di violenza contro le donne, in particolare di quella domestica.

La Convenzione affronta, in primo luogo, la prevenzione della violenza medesima, al fine di raggiungere una piena uguaglianza di genere eliminando le discriminazioni nei confronti delle donne, degli stereotipi esistenti e delle pratiche tradizionali provocanti danni alla loro salute. In secondo luogo, si occupa della protezione delle vittime, che riguarda un efficace e tempestivo intervento delle forze dell’ordine, un facile accesso alle informazioni sui propri diritti e, nel contempo, la creazione di strutture e servizi specializzati di sostegno. Nella Convenzione viene delineato un quadro volto ad operare su tre aspetti: la Prevenzione del fenomeno, la Protezione delle vittime e dei testimoni e il Perseguimento degli autori delle violenze.

Con la sentenza del 2 Marzo 2017, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per violazione del diritto alla vita e del divieto di trattamenti inumani e degradanti, in quanto le autorità italiane non sono intervenute per proteggere una donna e i suoi figli vittime di violenza domestica perpetrata da parte del marito, avallando di fatto tali condotte violente (protrattesi fino al tentalo omicidio della ricorrente e all’omicidio di un suo figlio): in particolare viene contestato allo Stato italiano la mancata adozione degli obblighi positivi scaturenti dagli art. 2 e 3 della Convenzione. Nel settembre 2012 la ricorrente, dopo l’ennesima violenza subita dal marito, presenta denuncia per maltrattamenti contro familiari, lesioni e minacce chiedendo altresì alle autorità di adottare misure urgenti al fine di proteggere lei e i propri figli.

Oggi la violenza domestica e il grave reato sociale del femminicidio stanno degenerando, pertanto, si confida nel legislatore di trovare il giusto rimedio preventivo per eliminare questa piaga sociale.

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