«Un parte della minoranza sta tentando invano di alzare l’ennesimo polverone, con una teatrale conferenza stampa che ha segnato perfino l’assenza di alcuni componenti dei loro stessi gruppi consiliari».
I consiglieri dei Gruppi di maggioranza rispondono così in una nota in relazione alle proteste relative al nuovo regolamento sulle commissioni di cui si discute in questi giorni
«Un polverone inconsistente dal punto di vista istituzionale e giuridico – hanno precisato preliminarmente i consiglieri – poiché non cambierà nulla nella commissioni che sono da sempre degli organi collegiali, e da quando esiste la democrazia, negli organi collegiali si decide a maggioranza, nella normale dialettica politica ed amministrativa, nel confronto tra i membri di un organo collegiale si concorda una linea su una decisione che, se non condivisa da tutti, si decide mettendola ai voti. Non esiste in democrazia un criterio differente di questo. Le commissioni hanno sempre funzionato così. Per questo motivo non riusciamo a comprendere il fondamento di questa protesta di parte dell’opposizione».
I consiglieri hanno poi evidenziato l’attività portata avanti in queste settimane: «Per quanto riguarda in particolare la Commissione Statuto e regolamenti, da un mese orma lavoriamo a questa proposta con la collaborazione di tutti i consiglieri, anche dei gruppi di minoranza. Molti articoli – hanno affermato – sono stati scritti insieme, gomito a gomito, accogliendo i suggerimenti dei gruppi di opposizione. Nei giorni scorsi, al momento della votazione, è stato il consigliere Ripepi, che è ormai una sorta di padre spirituale e vero leader di questa nevrotica opposizione, a sollevare il polverone, trascinando con sè una parte dei suoi colleghi. Atteggiamento di fronte al quale rimaniamo sinceramente stupiti visto che durante il lavoro in commissione sono state infatti accolte anche alcune proposte dello stesso Ripepi. Abbiamo dato un ulteriore termine per presentare emendamenti, proprio per spirito di condivisione. La votazione finale è stata rinviata più volte proprio per consentire alle minoranze di avanzare delle proposte, proposte che allo stato attuale non sono ancora arrivate. Quando arriveranno, le valuteremo serenamente, nella normale dialettica politica, senza pregiudizi. Non si comprendono quindi i motivi di questa teatrale protesta, anche perchè avremmo potuto stravolgere il regolamento pensando, che la Commissione Controllo e Garanzia non dovesse essere presidiata esclusivamente alla minoranza così come succede, ad esempio, in Consiglio regionale».
Entrando nel merito poi, la maggioranza illustra alcune delle novità del regolamento che riguarderanno il ritorno «delle Commissioni politiche giovanili e Pari opportunità per consentire a giovani e donne di entrare e divenire protagonisti del confronto istituzionale dentro il Consiglio comunale. Proposta a costo zero – hanno evidenziato i consiglieri di maggioranza – che va nella direzione di aprire il palazzo e renderlo ancora più trasparente. Il rapporto con la burocrazia viene meglio disciplinato, specificando l’obbligo di dirigenti e funzionari di partecipare se convocati, motivando una eventuale assenza, in quanto passibili di responsabilità disciplinare e giudizio negativo sulle performance»
«Ancora sulla trasparenza – hanno precisato i consiglieri – specifichiamo che tutte le sedute sono videoregistrate e sono salvate sulla piattaforma informatica del Comune e quindi accessibili a chiunque. Per quanto riguarda la comunicazione le sedute sono pubbliche, le riprese video e fotografiche devono essere autorizzate dal presidente del consiglio, come avviene in tutte le istituzioni democratiche del nostro Paese, dal Parlamento alle Regioni. Per fare in modo che chi svolge un ruolo pubblico, una funzione pubblica, come nel caso dei giornalisti, sia riconosciuto e autorizzato. Quando le foto o le registrazioni debbano essere utilizzate da privati cittadini per finalità sconosciute bisogna stare attenti per tutelare l’istituzione che noi rivestiamo. Questo non significa negare trasparenza o partecipazione perché le sedute restano comunque pubbliche».
Un passaggio infine la maggioranza lo dedica alla vicenda della conferenza stampa convocata dall’opposizione: «Era stata frettolosamente richiesta la sala solo nel pomeriggio prima della conferenza, quando gli uffici erano già chiusi. Non c’è stato il tempo di notificarla e giustamente gli uffici della segreteria generale non hanno avuto il tempo di rispondere. Da qui a dire che si nega la democrazia ci sembra davvero che tenti di buttarla in caciara, nella piena consapevolezza dei consiglieri di minoranza, alcuni di essi anche assenti alla sceneggiata di piazza, di essere in torto marcio».