“Gli errori sono allegri, la verità è infernale” - Albert Camus
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Domenica il Planetario Pythagoras della Città Metropolitana dice Ciao all’Estate

Domenica 22 settembre alle ore 21.00, sotto la cupola del Planetario Metropolitano Pythagoras Reggio Calabria saluterà il Cielo d’Estate e accoglierà il Cielo d’Autunno.

“La stagione che sta per arrivare porta una diminuzione delle ore di luce – scrive lo staff del Planetarium nella presentazione dell’evento – molte piante iniziano a prepararsi per l’inverno, cambiando il colore delle foglie e rallentando la loro crescita, gli animali percepiscono questi cambiamenti e, alcune specie, iniziano a prepararsi per l’ibernazione o la migrazione. Inizia la stagione del riposo e della riflessione. Ogni stagione porta con sé peculiarità e caratteristiche diverse, ognuna con il proprio fascino, i colori, gli odori e la luce, segnando lo scandire del nostro tempo, ma l’autunno resta un momento di passaggio importante, da sempre avvolto nella leggenda, nel misticismo e nei rituali”.

“È il momento in cui il buio prende lo spazio della luce, il momento della fine dei raccolti, il momento, dunque, in cui i campi e i contadini riposano in attesa che torni il sole. Nella nostra mitologia l’autunno è il momento del rapimento di Persefone da parte del dio degli inferi: il momento del buio e dei campi infertili per via del dolore della madre Demetra. Attraverso la simulazione della danza della Terra attorno al Sole, con un colpo alla scienza e l’altro al mito, la professoressa Angela Misiano, con il suo staff, ci accompagnerà in questo “momento magico” di passaggio. Condizioni meteo permettendo, dopo lo spettacolo sotto la cupola, dal piazzale antistante, seguirà l’ osservazione del cielo con gli strumenti e in particolare del pianeta Saturno”.

Articolo PrecedenteIl Consigliere Barreca sul discorso dell’Arcivescovo Morrone: “Il futuro della città passa dai giovani, lavoriamo uno accanto all’altro per costruire un futuro comune per i figli del sud” “Il messaggio “lanciato” dal Vescovo Fortunato Morrone con l’omelia pronunciata martedì scorso in cattedrale merita la nostra più viva attenzione. Provo un sentimento di sincera gratitudine e stima nei confronti del “pastore” della Chiesa reggina, il quale, da diversi mesi, dimostra di voler accompagnare e sostenere autentici percorsi di impegno civico e sociale, nel solco della pastorale sociale di Papa Francesco, costruttore di una Chiesa aperta capace di andare incontro alla persona”. E’ quanto afferma in una nota il consigliere comunale reggino del Partito Democratico Franco Barreca. “E’ evidente che non basta essere bravi cristiani cattolici dentro il chiuso “comodo” delle sagrestie, ma è necessario diventare costruttori di bene comune “dentro” la società dell’uomo. Oggi il nostro Arcivescovo ci propone un tema centrale, direi decisivo: il futuro della città passa dai giovani. Per questo è urgente fermarsi e riflettere, in una logica unitaria e sinergica, per elaborare un progetto e convergere su azioni che consentano di rendere il nostro territorio “attraente” per i giovani e capace di valorizzare a pieno le capacità e le risorse delle nuove generazioni. Una sfida epocale per una realtà che registra una crescente depressione lavorativa. “Molti nostri giovani sono destinati a non poter esercitare le loro competenze, risultato di studi e di sacrifici. Vanno via , non per scelta, ma perché costretti dalla mancanza di opportunità lavorative. Questa situazione, atavica, rischia di degenerare ulteriormente a causa dell’autonomia differenziata: un vero “colpo alla nuca” per spegnere ogni timido segnale di speranza”. “Per questo motivo – ha aggiunto Barreca – è necessario, e non più procrastinabile, cominciare a lavorare uno accanto all’altro, abbandonando egoismi e personalismi, svestendo casacche ed appartenenze, mettendo al centro dell’azione politica ogni utile iniziativa a costruire, mattone dopo mattone, un futuro comune per i figli del sud. Siamo coscienti che non sarà facile, ma bisogna iniziare cogliendo l’invito della nostra guida spirituale, con la speranza che la nostra azione possa rappresentare l’inizio di un riscatto sociale”.
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