«Quaranta chilometri di incuria e abbandono, tra un manto stradale estremamente insicuro e dissestato, vegetazione selvaggia a bordo carreggiata, segnaletica orizzontale e verticale malconcia o inesistente, cumuli di spazzatura abbandonati in ogni dove. Le condizioni della Strada provinciale n. 22 che collega Pizzo Calabro con Tropea e Capo Vaticano, nel cuore del turismo calabrese della Costa degli Dei, vanno peggiorando di anno in anno e ci ritroviamo, puntualmente ad ogni avvio di stagione estiva, a denunciarne le condizioni di degrado e insicurezza non degne di un Paese civile».
Lo afferma in un comunicato stampa il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, presidente del Gruppo misto – Liberamente progressisti.
«A mio avviso, di fronte all’incapacità di garantire condizioni adeguate, è necessario e urgente che questa arteria, cruciale per l’intera regione, torni sotto la competenza dell’Anas, l’unico gestore che potrebbe risollevarne le sorti. Anche perché se questo è il biglietto da visita che si offre agli ospiti che arrivano nel principale distretto turistico della regione per numero di posti letto, allora ogni ragionamento sul rilancio dell’immagine della Calabria, ogni spot sull’incremento di voli e servizi di trasporto, ogni proclama sulla bellezza dei luoghi, restano solo pura propaganda. La domanda è: conviene creare aspettative altissime quando poi mancano servizi basilari? Conviene propugnare un’immagine da cartolina in assenza delle minime condizioni di decoro e sicurezza? La risposta più eloquente arriva dalla lettera che un turista veneto in vacanza nel Vibonese ha inviato ad una nota testata giornalistica, contrapponendo la bellezza dei luoghi e la calorosa ospitalità dei calabresi allo stato di incuria e abbandono delle strade nonché alla rassegnazione dei cittadini, convinti che nulla possa cambiare. Ecco, basta un giudizio così, paradigmatico del comune sentire di chiunque arrivi alle nostre latitudini, per smontare fiumi di retorica e di buoni propositi, di annunci roboanti sulla nostra offerta turistica. E allora occorre intervenire per garantire servizi essenziali (e i collegamenti stradali certamente ne rappresentano uno) prima di attivare ogni altra attività promozionale. E se gli Enti locali non sono nelle condizioni di assicurare neppure la manutenzione ordinaria, allora serve trovare soluzioni alternative. In questo quadro, rispetto alle problematiche della Sp 22, ritengo sarebbe quanto mai opportuno un suo ritorno sotto l’egida dell’Anas. La posta in gioco è troppo alta, ne va dell’immagine della Calabria: si tratta di un’arteria troppo importante per essere ancora lasciata in questo stato di degrado perenne. La Giunta regionale batta un colpo – conclude Lo Schiavo – e dimostri concretamente di voler andare oltre la facile propaganda buona per qualche like sui social».