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A Bari viene uccisa dalla criminalità Maria Colangiuli: studentessa di Crotone ricorda la sua tragica storia

In via degli Abruzzi, quartiere San Paolo, di Bari, la sera del 7 giugno del 2000, viene assassinata Maria Colangiuli. Maria ha settant’anni ed è una casalinga. Stava preparando la cena sul balcone quando da una sparatoria tra due bande mafiose rivali un proiettile mette fine alla sua esistenza. Maria non aveva nessuna colpa: era ignara di quello che si stava verificando proprio sotto casa sua. Una donna comune, uccisa dalla crudeltà e dalla violenza di chi ha esploso un proiettile sapendo che avrebbe anche potuto causare la morte o il ferimento accidentale di qualcuno.
Oggi la storia di Maria viene riportata e commentata attraverso il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” da Alessandra Riillo, studentessa della classe III sez. C del Liceo scientifico “Filolao” di Crotone.
“Maria Colangiuli fu una delle tante vittime innocenti della mafia, che si trovò nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Era una comune sera d’estate come tante altre, nei pressi di Bari, ma la sera del 7 giugno del 2000 per Maria fu l’ultima. Secondo la ricostruzione dell’episodio, fatta dalla polizia, mentre Maria era affacciata al balcone di casa sua sito al terzo piano, all’improvviso si ritrovò coinvolta in una disputa scoppiata fra giovani membri di clan mafiosi rivali del quartiere di San Paolo, con lo scopo di contendersi il controllo delle attività illegali della zona. Attraverso un’accurata analisi della situazione emerse che nella sparatoria erano coinvolte due armi diverse, un fucile calibro 12 e una pistola calibro 9. La povera anziana fu colpita dal fucile che le trafisse l’arteria femorale.
Fu subito soccorsa dalla figlia, la quale la portò in ospedale, ma era troppo tardi.
La sua morte è un’ingiustizia che ci spinge a ribellarci con forza e determinazione, denunciando sempre, qualsiasi forma di violenza e attività illegale, poiché ai giorni d’oggi non si è più al sicuro nemmeno nella propria casa.”
Il CNDDU si unisce alla commemorazione di Maria sperando che le atrocità e le mafie possano un giorno avere una loro conclusione perché come diceva il giudice Giovanni Falcone: “La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine. Spero solo che la fine della mafia non coincida con la fine dell’uomo”.
Le scuole sono presidi di legalità ed ogni studente può divenire se guidato una persona coscienziosa, rispettosa ed empatica.
Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani rileva come il progetto “#inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità” stia diffondendo tra le giovani generazioni volti, storie, episodi veramente straordinari per la loro valenza educativa.
La vicenda di Maria, come tutte le altre, ci ricorda che, condividendo e alimentando gli stessi ideali si può incidere profondamente sulla propria realtà.
Maturare il senso critico e chiedersi il perché delle cose diventano fondamentali per l’acquisizione di maturità, consapevolezza e senso civico.

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