Non dubito della devozione dell’on. Antoniozzi verso San Francesco di Paola ma avrei evitato, al suo posto, di utilizzare il nome del nostro amato Patrono a due settimane dalle elezioni europee e soprattutto per battezzare un’opera altamente divisiva come il Ponte sullo Stretto. Non è un caso che la sua proposta di intitolare, se mai si farà, il Ponte sullo Stretto a San Francesco di Paola sia stata subito raccolta da una candidata del suo partito, Fratelli d’Italia.
È vero: San Francesco, come narrano le cronache dei suoi miracoli, attraversò lo Stretto di Messina solcando le acque sul suo mantello. Ma lo fece con grande rispetto per quello spettacolo della natura, per le creature che popolavano quelle acque, per i pescatori e i naviganti. D’altronde, Francesco di Paola è il Patrono delle Genti di Mare e non certo delle grandi industrie del nord così care a Salvini.
San Francesco di Paola appartiene a tutti i cittadini calabresi, dal Pollino alla punta dello Stivale, mentre il Ponte è sempre di più un’opera divisiva e che ogni giorno appare più inutile, dannosa e pericolosa, come dimostrano le immagini satellitari sulla faglia che potrebbe ulteriormente aprirsi sulla sponda calabrese.
Si lasci in pace Francesco di Paola, che non è di destra, non è di sinistra, non è di centro, non è dei sindacati e non è governativo. E poi, consentitemi un’osservazione che deriva dalla storia del nostro Santo. Vi pare possibile che un Santo che ha fatto inginocchiare i più potenti sovrani d’Europa, da Ferrante a Luigi XI, possa strizzare l’occhio ai nuovi sovranisti ? Sempre sia lodato San Francesco di Paola.