Il Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria, ha organizzato un incontro sul tema “Vasilij Kandinsky, l’uomo che ascoltava i colori”. Il nuovo incontro, predisposto dall’associazione reggina, ha registrato la presenza della prof.ssa Manuela Quattrone, specializzata in Conservazione, Restauro e Valorizzazione dei beni architettonici e ambientali. La gradita ospite del sodalizio culturale organizzatore affronterà il mondo interiore dell’artista e il suo legame con la musica. Una riflessione sui colori collegabili ai suoni e alle emozioni che lo avrebbe portato a considerare le sue tele come un’opera musicale riuscendo a interiorizzare in modo sorprendente i meccanismi costruttivi della musica applicandoli alla pittura. Pochi artisti nella storia hanno avuto la sua padronanza e sensibilità. In lui c’è l’esigenza della libertà da ogni condizionamento esterno. Le sue opere vanno guardate con tutte le nostre capacità sensoriali. Durante l’esposizione dell’argomento verranno analizzate alcune delle sue opere più importanti attraverso questa nuova chiave di lettura individuata nel principio guida dell’interno lavoro acustico di Kandinsky: “principio della necessità”. Tele che rappresentano musica, in cui accosta a ogni colore un suono preciso, un’emozione, una sensazione, un profumo perché per lui ogni colore è capace di produrre determinati effetti sull’anima. Wasily Kandinsky (nome russo Vasilij Vasil’evič Kandinskij), artista di origine russa, nacque a Mosca nel 1866 da madre moscovita e padre di discendenza siberiana, crescendo così con un patrimonio culturale misto europeo e asiatico. Quando Kandinsky aveva circa 5 anni, i suoi genitori divorziarono e si trasferì a Odessa per vivere con una zia, dove imparò a suonare il pianoforte e il violoncello. Fin da ragazzo ha avuto un’esperienza intima con l’arte; le opere della sua infanzia rivelano combinazioni di colori piuttosto specifiche, infuse dalla sua percezione che “ogni colore vive della sua vita misteriosa”. Quando Kandinsky aveva circa 5 anni, i suoi genitori divorziarono e si trasferì a Odessa per vivere con una zia, dove imparò a suonare il pianoforte e il violoncello, diventando poi un famoso violoncellista. Per questo la musica ha ispirato profondamente il suo percorso pittorico con i titoli “Improvisations”, “Impressions” e “Compositions”. Fin da ragazzo ha avuto un’esperienza intima con l’arte; le opere della sua infanzia rivelano combinazioni di colori particolari, installate dalla sua intuizione che “ogni colore vive della sua vita misteriosa”. Queste alcune delle cifre che sono state oggetto di analisi nel corso della nuova conversazione organizzata dal Circolo Culturale “L’Agorà” che sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 29 maggio.
Il Circolo Culturale “L’Agorà” di Reggio Calabria ricorda Kandinsky
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