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Escalation criminale a Corigliano-Rossano, ferma condanna del consiglio regionale

Escalation di violenze a Corigliano-Rossano, risoluzione del Consiglio regionale. La terza città della Calabria, da mesi ormai, è al centro di preoccupanti episodi intimidatori e criminali che hanno turbato la tranquillità della comunità. L’assemblea regionale, nell’ultima seduta di ieri (lunedì 6 giugno 2022), ha approvato una mozione, in cui assume l’impegno oltre che di netta condanna verso questa escalation di violenza, anche di tutelare con azioni tangibili la serenità dei cittadini, promuovendo una collaborazione tra le Istituzioni e le Forze dell’Ordine, per garantire un controllo diffuso e più efficace dell’intera area, nonché di adoperarsi per intensificare il dialogo con il Governo nazionale, tramite il Ministero degli Interni, per la prevenzione e la soluzione del fenomeno.

A darne notizia è Giuseppe Graziano, Presidente del Gruppo UDC in Consiglio Regionale, tra i promotori della mozione, insieme agli altri capigruppo di maggioranza e opposizione.

«Preoccupano i dati dell’escalation malavitosa – dichiara Graziano – con particolare riferimento agli atti intimidatori, agli incendi, alle rapine, ai furti e addirittura all’omicidio avvenuto all’inizio del mese di maggio e all’agguato a colpi di arma da fuoco consumatosi nell’area di contrada Pirro-Malena. Episodi che sono particolarmente gravi, proprio perché si inseriscono in un quadro di deterioramento del clima civile e democratico, oltre a colpire luoghi simbolo della cultura e dell’istruzione per i giovani. Non possiamo accettare che si continui su questa strada, rimanendo inermi mentre viene messa a rischio la tranquillità di un’area che conta un’estensione territoriale di circa 340 kmq e una popolazione di circa 75mila abitanti. E che, per di più, continua a rimanere colpevolmente priva di autorevoli presidi dello Stato come un Tribunale».

«È necessario – conclude Graziano – intraprendere ogni tipo di iniziativa utile, che veda il coinvolgimento e la collaborazione tra tutte le Istituzioni, le Forze dell’Ordine e la politica, obbligate a non rimanere inermi di fronte a questa manifestazione cruda e tracotante di violenza che sta generando una profonda e preoccupante sfiducia della comunità nei confronti degli apparati dello Stato».

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