“Si è sempre responsabili di quello che non si è saputo evitare” - Jean-Paul Sartre
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Cosenza ricorda il genocidio degli Armeni: collocata una targa in Piazza Cappello

Un gesto simbolico, ma importante e che, nel ricordare il genocidio di un milione e mezzo di armeni durante la prima guerra mondiale, deve riaccendere i riflettori su una pagina di storia che non dovrà mai più ritornare. Chi non ha storia non ha futuro. E la storia serve a diffondere nelle nuove generazioni la cultura della non violenza”.

Con queste parole il Sindaco Franz Caruso ha voluto sottolineare la sensibilità dell’Amministrazione comunale nei confronti della comunità armena calabrese e cosentina nel promuovere questa mattina in Piazza Cappello una cerimonia commemorativa attraverso la collocazione di una targa “a perenne memoria di un milione e 500 mila martiri del genocidio armeno del 1915”.

Alla cerimonia, oltre al Sindaco Franz Caruso, hanno partecipato anche l’Assessore all’Urbanistica Pina Incarnato, il Presidente del Consiglio comunale Giuseppe Mazzuca e il Vice Presidente Roberto Sacco, promotore dell’iniziativa, ed anche i consiglieri di maggioranza Francesco Turco (Presidente della commissione consiliare urbanistica) Daniela Puzzo e Francesco Gigliotti. La comunità armena è stata rappresentata dall’ambasciatrice plenipotenziaria, Tsovinar Hambardzumy, e da altri rappresentanti regionali e locali.

Non è casuale – ha detto Franz Caruso – aver scelto Piazza Cappello per la cerimonia di oggi, perché questa piazza, dove siamo cresciuti, porta il nome di Paolo Cappello, un martire del fascismo, un socialista vittima dello squadrismo fascista. E come, durante la seconda guerra mondiale, la dittatura fascista affiancò il nazifascismo che si rese responsabile del genocidio contro gli ebrei, nella prima guerra mondiale si consumò, ad opera dei Turchi, il genocidio nel quale persero la vita circa un milione e mezzo di armeni. Noi siamo – ha rimarcato Franz Caruso – i rappresentanti di una comunità accogliente. Cosenza è una comunità solidale e noi diamo ospitalità a tutti coloro che qui vengono anche da Paesi lontani. Non è un caso – ha proseguito il Sindaco – che abbiamo costituito, in seno al Comune, la Consulta Intercultura, un organismo che ingloba i rappresentanti delle comunità e associazioni straniere presenti in città e che affiancheranno, dal punto di vista linguistico e culturale, i dirigenti e funzionari del Settore Anagrafe del Comune svolgendo un ruolo importante di mediazione per il disbrigo e lo snellimento delle pratiche burocratiche e per agevolare l’erogazione dei servizi destinati ai cittadini appartenenti alle diverse comunità straniere”. Quindi il Sindaco Franz Caruso si è rivolto ai ragazzi di alcune scolaresche presenti alla cerimonia. “La storia serve a ricordare cosa il novecento ha rappresentato. Essere qui oggi per questi studenti – ha detto ancora Franz Caruso – significa avere l’opportunità di conoscere una parte della storia, molto negativa, contro la quale noi ci schieriamo per perseguire la pace e dimostrare una volta di più la nostra contrarietà ad ogni forma di violenza. Dobbiamo dare segnali importanti, perché, purtroppo, la storia non insegna sempre e sappiamo cosa sta accadendo alle porte dell’Europa, in Ucraina. Con l’apposizione della targa a ricordo dei martiri del 1915 vogliamo ricordare il genocidio armeno, ma anche dire no a tutte le forme di violenza che, purtroppo, nel mondo sono ancora oggi molto presenti. Dobbiamo diffondere la cultura della non violenza, affinché i ragazzi delle nostre scuole che sono il futuro della nazione possano far proprio il valore del rispetto degli altri e della loro diversità. La scuola pubblica è fondamentale perché elimina tutte le differenze”. Apprezzamento è stato espresso durante la cerimonia dall’Ambasciatrice di Armenia, Tsovinar Hambardzumy, che ha sottolineato come “la collocazione della targa commemorativa per noi armeni, ma anche per tutto il mondo, non solo onora la memoria delle vittime del genocidio, ma ha anche lo scopo di impedire e prevenire il ripetersi di ulteriori crimini contro l’umanità”.

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