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Cosenza, riapertura della Casa delle Culture: per la consigliera delegata Cozza “una fabbrica della sperimentazione creativa nella città antica”

“Un lavoro certosino di cesellatura, come in un puzzle prezioso. Si muove proprio in questa direzione la riapertura della Casa delle Culture che identifica, per come ha, icasticamente, detto il nostro Sindaco “un simbolo della rinascita culturale della città”. Lo afferma la consigliera delegata del Sindaco alla Cultura, Antonietta Cozza nell’esprimere soddisfazione per la riapertura, domani, domenica 28 aprile, alle ore 18,00, della Casa delle Culture. “Si consumerà un appuntamento di valore assoluto come un respiro che riprende, non più sincopato, ma disteso e rilassante- sottolinea Antonietta Cozza. La rinascita della Casa delle Culture, provvidamente inserita nella florida misura di Agenda urbana, sapientemente governata dal Sindaco Franz Caruso e dal collega consigliere Francesco Alimena – prosegue Cozza – è l’icona della nostra visione del mondo e delle cose. Lo straordinario restyling della Casa delle Culture insedia, nel cuore della città antica, una “fabbrica” della sperimentazione creativa, un “luogo permanente” per unire generazioni e culture diverse e per coltivare i dizionari della contemporaneità. Un traguardo, per davvero, affascinante! Sono fortemente persuasa – rimarca ancora Antonietta Cozza nella sua dichiarazione – che il valore aggiunto a quanto, come Amministrazione comunale, è stato fatto, arriverà dalla nuova gestione della struttura e degli spazi, affidata alla cooperativa “Teatro in note” di cui è presidente Vera Segreti che avrà il compito di dirigere artisticamente la Casa delle Culture, mettendo a frutto la sua consolidata esperienza e le sue indubbie capacità che saranno tesaurizzate nell’ambito del composito e suggestivo progetto “Agorà”. Nelle prossime settimane e nei mesi a venire, altre significative opere verranno consegnate alla fruizione pubblica, come testimonianza di un fertile e democratico percorso di fortificazione dello spirito pubblico della Città, che, a noi- conclude Antonietta Cozza – piace disegnare come un vivace macrocosmo, nel quale le diversità dialogano e si contaminano, per costruire un “contenitore” unitariamente identitario, proiezione di una nuova spazialità di identificazione collettiva”.

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