Inizia ufficialmente domenica prossima, 5 giugno, al “Lanificio Leo” di Soveria Mannelli, il Festival delle Erranze e della Filoxenia 2022 (quinta edizione), del quale nei giorni scorsi è stato pubblicato il variegato programma che comprende escursioni a piedi alla scoperta delle bellezze naturali, concerti in luoghi di particolare valore, animazione nei paesi, presentazioni di libri, dimostrazioni di antiche pratiche agricole ed artigianali. L’evento inizierà alle ore 18,30 nei locali dell’“antica fabbrica della lana” di Soveria Mannelli, il Lanificio Leo per l’appunto, con un recital-concerto del poeta Daniel Cundaricoadiuvato dal chitarrista Sasà Calabrese. L’evento è organizzato con la collaborazione di Lanifico Leo, Rubbettino Editore, “La Rosa nel Bicchiere”, con il patrocinio di Comune di Soveria Mannelli, FIDAPA e LIONS CLUB.
Daniel Cundari è un poeta e performer plurilingue, molto apprezzato all’estero. Già premio “Lerici Pea” e premio “Genil de Literatura”, si è esibito in vari paesi del mondo, dalla Cina al Messico, dalla Spagna a Cuba, dalla Francia alla Serbia. Originaro di Rogliano, in provincia di Cosenza, ha vissuto per molti anni lontano dalla Calabria (Granada, Shanghai, Bacalar, Barcellona), pur essendo sempre presente in campo sociale e culturale. Ha pubblicato dieci libri, tra cui ricordiamo “Geografíaferoz”, “Poesie contro me stesso”, “Nell’incendio e oltre”, “Istruzioni per distruggere il vento”, “Poesie a delinquere” e “Il silenzio dopo l’amore”. Grande conoscitore delle letterature sommerse e delle tecniche di Flamenco, precursore e inventore del “repentismocutise”, collabora con Gianna Nannini.
Di lui hanno detto: “Amo in te la Follia delle Parole” (Cesare Berlingeri); “Se Dario Fo fosse calabrese sarebbe Daniel Cundari” (Luca Telese); “Cundari è abitato da qualche spirito recondito” (Manuel Cohen); “È giovanissimo ma la sua poesia è già antica” (Mario Specchio); “La sua parola – calabra o andalusa -legata ad una lingua nazionale che si fa dialetto e viceversa, lo lega alla geniale ribellione del poeta precoce per eccellenza, Arthur Rimbaud, e al misticismo dell’alchimia verbale di un Campana, di un Fo o di un Bene. Essendo il suo un Canto Profondo, contempla il “duende”: non si studia né si impara, non risiede negli antri cavernosi della gola né si sfrutta o si porziona nella Macelleria del Talento. Ho sentito quelle pietre su di me. Non era una semplice lettura. Daniel Cundari mi ha lapidato” (Wojciech Szymański).
Il Recital di Daniel Cundari sarà preceduto e seguito da visite guidate all’interno del Lanifico Leo, un luogo paradigmatico del comprensorio dei monti Reventino e Mancuso, entro cui si svolge il Festival. Il Lanificio,ri-nato su impulso dell’architetto e designer Emilio Leo sull’antica fabbrica della lana fondata nel 1973 dal bisnonno Antonio e proseguita poi dal padre Peppino, negli ultimi vent’anni è divenuto, oltre che una fabbrica di preziose manifatture tessili, anche un precursore del concetto di “museo d’impresa”, una fucina di sperimentazione tra impresa e cultura, un contenitore-incubatore di contemporaneità. Ed è proprio questo il senso del festival: coniugare la memoria ed il passato con la creatività, l’innovazione ed il futuro.