“Sì alla riorganizzazione della Rete ospedaliera nel pieno rispetto degli standard del Dm 70/2015, no al depotenziamento dell’ospedale di Lamezia Terme o allo smantellamento delle singole unità operative della Dulbecco attraverso criteri casuali e/o a vantaggio dello status di professore universitario. Ne abbiamo parlato con il Presidente Occhiuto, il quale ha convenuto che rispetto al processo di integrazione e unificazione delle unità operativedell’Azienda ospedaliero universitaria Dulbecco, si dovrà procedere attraverso una preliminare valutazione della sostenibilità economica delle strutture complesse, procedendo ad un accorpamento che tenga conto dei volumi di attività e appropriatezza (delle prestazioni fornite) e dell’effettiva capacità di risposta assistenziale anche in emergenza-urgenza e per l’alta specialità”.
E’ quanto afferma, in una nota, il consigliere regionale Antonello Talerico. “Pertanto, le soluzioni che verranno portate avanti – aggiunge Talerico – saranno quelle dettate dal Dm n. 70/2015 che definisce i bacini di utenza a livello regionale e, non certo a livello della singola azienda come le nuove previsioni avevano disposto. Ciò in quanto anche nelle altre Regioni d’Italia i criteri adottati non erano quelli che prevedevano una mera clinicizzazione e/o smantellamento delle unità operative sulla scorta di dati o fatti accidentali (quiescenza, morte o altre cause di cessazione del ‘primariato’). Sostanzialmente non verranno modificate le condizioni stabilite dal Protocollo Regione/Università Umg, quindi nessun termine quinquennale, né smantellamento sic et simpliciter delle unità operative, valorizzando il merito e chi fino ad oggi ha garantito l’assistenza ospedaliera in emergenza e urgenza, diversamente si sarebbe corso il rischio di far scappare buona parte di quell’area medica (Ospedale Pugliese-Ciaccio) che lavora dal lunedì alla domenica, senza pausa e con un pronto soccorso sempre attivo, fornendo prestazioni sanitarie all’intera regione, con oltre 122 mila prestazioni radiodiagnostiche, quasi quanto quelle del Niguarda di Milano”.
“Sul fronte dell’ospedale di Lamezia Terme – sostiene il consigliere regionale – la sua posizione strategica che lo rende punto di riferimento di un’area vasta, la capacità strutturale e dei posti letto, né impediscono il depotenziamento. Alcune Strutture complesse verranno meno. Non verranno meno le prestazioni sanitarie o i servizi connessi, mantenendosi i reparti ed i posti letto. L’ospedale di Lamezia non può essere depotenziato poiché nel quadro della rete ospedaliera regionale deve diventare uno spoke ben strutturato ed in grado di continuare a fornire prestazioni sanitarie di eccellenza. Piuttosto dobbiamo preoccuparci di portare i medici in Calabria, altrimenti avremmo cattedrali nel deserto, con lunghe lista di attesa e prestazioni sanitarie ben al di sotto dei livelli essenziali. Anche sul Trauma Center si potrebbe ipotizzare un asse Catanzaro-Lamezia Terme, che potrebbe divenire struttura di riferimento per l’intero Meridione, con necessità di posti letto e di una logistica che anche l’ospedale lametino può garantire. Altra novità probabile, potrebbe essere quella della previsione di una Cardiochirurgia pediatrica nell’area centrale della Calabria. Solo su queste premesse potremmo avere una nuova rete ospedaliera capace di rispondere alle esigenze ed alla domanda di salute dei cittadini calabresi, con l’ambizione di creare una sanità di eccellenza per essere attrattiva anche dei bacini d’utenza di fuori regione”.