“La discussione sulla denominazione del nostro bergamotto ha animato una polemica che vede, da un lato la bocciatura da parte della regione Calabria al marchio di tutela IGP, a favore del più ambizioso riconoscimento del marchio DOP, e dall’altra i 300 produttori di bergamotto reggini che non intendono rinunciare al marchio IGP già deliberato dal Ministero delle Politiche Agricole.
I repubblicani sono convinti che la discussione non dovrebbe essere incentrata sulla minore o maggiore tutela di uno e dell’altro marchio, ma del maggior legame con il territorio che, per legge, è dato dalla DOP.
Infatti, secondo il Regolamento (CE) N. 510/2006, il marchio DOP certifica esclusivamente prodotti integralmente ottenuti e confezionati nel territorio d’origine dichiarato, mentre il marchio IGP che non tutto il processo produttivo è legato alla zona d’origine dichiarata, ma deve aver luogo almeno una delle fasi di produzione, lavorazione o preparazione. È vero che, se si pensasse alla sola e mera coltivazione, escludendo quindi altre possibili fasi di lavorazione, tra IGP e DOP cambierebbe poco, ma ciò sarebbe una grossa limitazione di visione prospettica di queste tutele. Dopo anni di battaglie per la tutela del nostro “oro verde”, a poter scegliere, sarebbe un paradosso oggi limitarsi a quella che comunque consentirebbe fasi di produzione (in parte) anche in altri territori.
Infatti, con il solo marchio di tutela IGP, il rischio sarebbe quello di avere la medesima tutela, ad esempio, della Caramella di Nancy: è Igp perché riguarda un prodotto realizzato con una ricetta tipica, ma che ha come ingrediente principe proprio il nostro olio essenziale di bergamotto, che è DOP, e quindi prodotto esclusivamente a Reggio Calabria.
Va ricordato, a tal proposito, che l’olio essenziale di bergamotto di Reggio Calabria ha ottenuto il riconoscimento DOP già nel 2001, come indicato nel Reg. CE n. 509 del 15.03.01. Se, allora, un suo derivato presenta già una denominazione di tutela DOP, perché attribuire alla materia prima Bergamotto una denominazione che esprime un minor legame con il territorio rispetto il DOP, rappresentando una sorta di declassamento?
In questa polemica, a parer nostro, le obiezioni avanzate alla Regione dovrebbero trasformarsi in estenuante pressing affinché vengano rispettate, in questa sede, le promesse date: avere una DOP nel giro di pochi mesi. Naturalmente, la Regione deve garantire che nella richiesta della DOP l’areale di competenza coincida con quello reale, ossia della provincia di Reggio, annullando così tutte le accuse di campanilismo provinciale nate.
Abbiamo dei prodotti DOP calabresi, come la famosa soppressata di Calabria, che può essere prodotta in tutte le provincie della regione. Pare ovvio che il riconoscimento del marchio al frutto del Bergamotto debba essere analogo quello del suo derivato olio essenziale, nelle condizioni geografiche e produttive: per il legame multidimensionale con il territorio, ciò eserciterebbe effetti positivi sulle dinamiche di sviluppo rurale, contribuendo da un lato a mantenere tradizioni e culture, sistemi sociali ed economici vitali, soprattutto nelle aree svantaggiate e marginali, e dall’altro nell’avvio di effetti di spillover su tutta l’economia locale.
Tuttavia, l’iter procedurale che determina il riconoscimento dei suddetti marchi (DOP e IGP) è innegabile che presenti lungaggini che diano un risultato in sei mesi, come dichiarato dai rappresentanti regionali. Inoltre parrebbe poco realistico che il DOP di cui è ricoperto un derivato del bergamotto, ossia l’olio essenziale, possa essere allargato alla materia prima “sic et simpliciter.” È infatti più accreditato che si debba ripetere la classica trafila burocratica, e dal momento in cui le parole e le intenzioni spesso non sono compatibili con i regolamenti, non vi è certezza, ad oggi, circa l’ottenimento del DOP in brevi termini.
Chiaro che sarebbe inaccettabile per tutti che il Bergamotto reggino, a causa di contrapposizioni legislative, progettuali e politiche, dovesse ritrovarsi privo della tutela dell’uno e dell’altro marchio”.
Così si legge in una nota del Partito Repubblicano Italiano, Segreteria Metropolitana P.R.I. Reggio Calabria.